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Le lacrime di Biden in tv per l’attacco dell’Isis sulla gente che fugge

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L’incubo peggiore è diventato realtà in Afghanistan.
A poche ore dall’allerta attentati lanciato dagli 007 occidentali, due forti esplosioni hanno squassato l’aeroporto di Kabul uccidendo decine di civili, tra cui bambini, e almeno dodici militari americani.
E’ così che il caos delle ultime ore delle operazioni di evacuazione è precipitato nell’orrore, con un bilancio che in serata parlava di almeno 72 morti e oltre 140 feriti, rimasti vittime di due attacchi kamikaze compiuti dall’Isis.
Il capo del comando centrale statunitense, Kenneth McKenzie, ha affermato che Washington è pronta alla rappresaglia contro gli autori dell’attacco.
McKenzie ha detto di non ravvisare una complicità dei Talebani, che anzi l’Isis ha attaccato nel comunicato di rivendicazione, diffuso in serata, accusandoli di essere “in combutta con gli americani”.
“Siamo riusciti a eludere la sicurezza imposta dalle truppe Usa e dalle milizie talebane a Kabul e ad arrivare a meno di cinque metri dai soldati americani”, recita il testo dell’agenzia Amaq.
L’organizzazione identifica in Abdul Rahman al-Lowgari uno degli attentatori suicidi, di cui è stata anche postata una fotografia.

Secondo le ricostruzioni, si è trattato di un attacco “complesso” nella zona dell’Abbey Gate, area controllata dalle truppe Usa e britanniche dove, in quel momento, erano ammassate almeno 5.000 persone in attesa di conoscere il proprio destino.
La prima esplosione è stata opera di un kamikaze che si è fatto saltare in aria fuori dal Baron Hotel, che in questi giorni è diventata la base di giornalisti e truppe del Regno Unito.
Quindi un altro kamikaze, più vicino al gate, in prossimità di un canale fognario diventato la terrificante sala d’attesa di migliaia di disperati.
Lì centinaia di famiglie aspettano un cenno dai militari.
Da lì i soldati si affacciano per tirar su quelli che ce l’hanno fatta e saranno imbarcati sui voli verso una nuova vita.
Lì gli attentatori hanno colpito.
Il bilancio di almeno 60 civili afghani morti è stato diffuso in serata dal Wall Street Journal che citava fonti mediche.
Tra i 12 militari americani che hanno perso la vita ci sarebbe anche un medico della Marina.
Mentre a parlare di bambini tra le vittime sono stati i talebani.
Da parte loro i medici dell’ospedale di Emergency a Kabul hanno riferito di dieci persone arrivate morte nella loro struttura e oltre 60 ricoverati.

Il racconto dei testimoni nella capitale afghana è agghiacciante.
Cumuli di cadaveri, brandelli di corpi nel canale ricoperto di sangue.
Un ex interprete dei marines Usa ha raccontato di aver visto morire tra le sue braccia una bambina di 5 anni.
Le immagini e i video circolati sui social media mostrano feriti trasportati a bordo di carriole sgangherate con l’incessante ululato delle ambulanze in sottofondo.
“E’ stato come il giorno del giudizio universale, persone ferite ovunque. Ho visto persone correre con il sangue sui loro volti e sui loro corpi”, ha raccontato un altro testimone.
Nessun italiano è stato coinvolto nell’attentato poiché le esplosioni sono avvenute in un’area distante da dove stanno operando i nostri militari con il personale dell’ambasciata rimasto sul campo.
Poco prima che scoppiasse l’inferno, un C-130 italiano con a bordo anche alcuni giornalisti era decollato tra i proiettili: erano di una mitragliatrice afghana che sparava in aria per disperdere la folla che pressava verso il gate dell’aeroporto ma a bordo si sono vissuti attimi di terrore.
Fin da subito gli Usa e i britannici sono stati certi che l’attacco era opera dell’Isis-K, lo Stato Islamico della provincia afghana del Khorasan, il gruppo affiliato all’Isis nemico di Al Qaida e dei talebani.
Loro, i nuovi padroni dell’Afghanistan, hanno condannato l’attacco scaricando la responsabilità sugli Stati Uniti: “E’ avvenuto in una zona dove la sicurezza è nelle mani delle forze statunitensi”, ha detto il portavoce Zabihullah Mujahid, assicurando che i talebani “stanno prestando molta attenzione alla sicurezza e alla protezione della loro gente” e che i nemici saranno fermati.
Ma il rischio di altri attentati nei prossimi giorni è concreto.
Non è chiaro come tutto questo condizionerà le operazioni di esfiltrazione ancora in corso.


 

ATTACCO ISIS ALL’AEROPORTO DI KABUL: LE REAZIONI

Il premier britannico Boris Johnson, dopo una riunione del comitato d’emergenza Cobra, ha assicurato che l’evacuazione proseguirà come previsto.
Anche il presidente francese Emmanuel Macron, pur riconoscendo che le prossime ore saranno “estremamente rischiose”, ha garantito che le evacuazioni continueranno fino al 31.
Altri Paesi, come il Canada e la Germania, hanno già lasciato l’Afghanistan.
Domani si concluderà anche il ponte aereo italiano con la partenza dell’ultimo C-130 da Kabul.

Joe Biden è apparso in tv questa notte (ora italiana) a reti unificate.
Non ha saputo trattenere le lacrime parlando in diretta alla nazione degli “eroi morti a Kabul per una missione altruista”.
Poi ha promesso: “Non dimenticheremo, vi prenderemo e ve la faremo pagare. E l’America non si farà intimidire, l’evacuazione va avanti e siamo pronti a inviare altre truppe se sarà necessario”.

Per il presidente americano sono le ore più difficili e drammatiche.
Di fronte a lui lo scenario più tragico che poteva scaturire dalla crisi afghana e dalla sua irrevocabile decisione di abbandonare il Paese entro il 31 agosto.
L’incubo peggiore si è avverato e, nel caos che ne è seguito, ora si contano almeno 12 soldati americani uccisi da un attentato kamikaze mentre lavoravano all’evacuazione di migliaia di persone.
Ancora mille gli americani da portare via per il Pentagono, che ammette: “Gli attacchi continueranno”.


 

Le parole di Biden in tv arrivano dopo un’intera giornata nel bunker della Situation Room, aggiornato costantemente dal team per la sicurezza nazionale, seguendo passo passo gli sviluppi della situazione.
Mentre la Casa Bianca appare sempre più assediata da feroci polemiche e tra i repubblicani cresce il fronte di chi invoca l’impeachment, se non addirittura le dimissioni immediate del presidente.
Tra questi ultimi Donald Trump: “Non dovrebbe essere un grosso problema dal momento che non è stato eletto legittimamente”, afferma l’ex presidente.

Circondato dal segretario di Stato Antony Blinken, dal capo del Pentagono Lloyd Austin, dal consigliere per la Sicurezza nazionale Jack Sullivan e dal capo di stato maggiore delle forze armate Usa Mark Milley, Biden cerca una via di uscita non facile, mentre ancora le notizie da Kabul sono frammentarie e si attende di conoscere l’esatto bilancio della doppia esplosione, mentre le responsabilità dell’Isis Kohrasan sono ormai chiare.
Difficile immaginare una rappresaglia a breve, visto il controllo del potere a Kabul ormai nelle mani dei talebani e la difficoltà di individuare degli obiettivi tra i militanti dell’Isis probabili autori dell’attentato.

Nonostante questo il presidente americano aveva confermato il faccia a faccia con il neo premier israeliano Naftali Bennett (poi rinviato) per tentare di cominciare a voltare pagina e a riprendere in mano il dossier Iran.
La giornata ha poi preso una piega del tutto diversa. “A questo punto il presidente si deve dimettere”, ha affermato per primo il deputato repubblicano Mike Garcia, venendo allo scoperto e affermando quello che in tanti nel suo partito pensano, non solo Trump.

Anche l’ex ambasciatrice Usa all’Onu Nikki Haley, che in molti vedono candidata alle presidenziali del 2024, agita lo spettro delle dimissioni pur mettendo in guardia dal fatto che sostituire Biden con la vice Kamala Harris sarebbe addirittura peggio.

Finora l’ipotesi impeachment, caldeggiata anche da un big come il senatore Lindsay Graham, o quella della rimozione attraverso il meccanismo del 25mo emendamento della Costituzione, era stata presa in considerazione solo con la possibile riconquista da parte dei repubblicani del controllo di almeno una delle due camere del Congresso, nelle elezioni di metà mandato del prossimo anno. Ora tutto potrebbe precipitare.

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