IL PRIMO GIORNALE ONLINE DI VENEZIA | ANNO XVIII

venerdì 26 Aprile 2024
15.8 C
Venezia

data pubblicazione:

ultimo aggiornamento:

LEGGI ANCHE:

HOME PAGECronacaAttacco hacker senza precedenti negli Usa. 'Missili' digitali affondano siti più famosi
Questa notizia si trova quiCronacaAttacco hacker senza precedenti negli Usa. 'Missili' digitali affondano siti più famosi

Attacco hacker senza precedenti negli Usa. ‘Missili’ digitali affondano siti più famosi

pubblicità

Attacco hacker senza precedenti negli Usa. 'Missili' digitali affondano siti più famosi

Attacco hacker senza precedenti, quello di ieri. Geograficamente ‘sparati’ razzi digitali in tutti gli Stati Uniti, da Boston a New York fino alla Florida. Per un paio d’ore, dalle 7.10 alle 9.30 circa, sono diventati irraggiungibili centinaia di siti tra i più famosi e frequentati: Twitter, la piattaforma musicale Spotify, Netflix, Amazon, eBay, Visa, Tumblr e altri forum come Reddit . Colpiti anche i siti di informazione: tra gli altri il website della Cnn , del New York Times , del Boston Globe e del Financial Times. A metà mattina tutto sembrava rientrato nella normalità. Ma alle 12.06 (le 18 in Italia) ecco una replica, secondo attacco.

Il maxi-attacco hacker ha colpito poco dopo le sette del mattino la costa orientale degli Stati Uniti, bloccando per quasi tre ore centinaia di siti web, tra cui quelli di molti big dei media e di internet: dal Financial Times al New York Times, da Twitter ad Amazon, passando per Spotify e Netflix. Colpiti anche alcuni dei circuiti più diffusi per i pagamenti online, come Visa e Paypal.

Le ondate di attacchi, in realtà, sarebbero state complessivamente tre: del secondo e del terzo assalto non è stata quantificata l’ampiezza, ma si sarebbero verificati nelle ore successive al primo.

Un cyber-attacco in grande stile, insomma, che potrebbe costare milioni di dollari, sottolineano gli esperti. E di cui non si conoscono per il momento gli autori. Anche se i sospetti cadono ancora una volta sui pirati informatici russi, accusati da Washington di essere dietro alla gran parte degli attacchi hacker che hanno avvelenato la campagna elettorale americana.

Ma secondo le prime indicazioni non sarebbe stato uno paese straniero ad aver orchestrato l’attacco, ma si tratterebbe di ‘vandalismo su internet’. Il Dipartimento per la sicurezza nazionale ha comunque avviato un’inchiesta e sta indagando insieme agli agenti Fbi e alle agenzie di intelligence.

Il blocco è durato quasi tre ore. Ad essere presa di mira la Dynamic Nework Sevices, conosciuta come Dyn, società di servizi che ha la sua sede in New Hampshire e che gestisce i server di migliaia di imprese. Il suo compito e’ di tradurre i nomi dati ai siti web in indirizzi IP (internet protocol) che il web è in grado di leggere.

Il tipo di attacco hacker sferrato e’ quello che viene identificato come DDoS (Distribuited Denial of Service): attraverso l’invio di una vera e propria valanga di ‘junk data’, dati spazzatura, si crea un sovraccarico di traffico che impedisce agli utenti di accedere a un sito.

E’ quello che e’ successo sulla East Coast statunitense a partire dalle 7 del mattino e fino a quasi le 10, con gran parte della rete paralizzata. Il secondo attacco – sempre secondo la Dyn – sarebbe avvenuto intorno alle 11,52 ora locale. “Continuiamo ad avere problemi”, aveva aggiunto poco dopo la società che gestisce i server di migliaia di aziende.

Tra i siti presi d’assalto anche Cnn, Tumblr, Reddit ed e-Bay. Un’offensiva quasi senza precedenti, la cui notizia si è diffusa qualche ora dopo un altro attacco hacker che preoccupa non poco Washington: quello alla portaerei Ronald Reagan in operazione di pattugliamento nelle acque del Mar Cinese meridionale.

Questo episodio risale al luglio scorso ma è venuto a galla solo adesso svelato dal Financial Times che cita la società di sicurezza informatica FireEye. Dietro ci sarebbero pirati informatici che operano dalla Cina, un gruppo che in passato avrebbe già sferrato cyber-attacchi a Usa e Vietnam. Il timore al Pentagono è che si sia cercato di rubare segreti sulle manovre militari in corso nell’area, e non solo, attraverso l’invio di e-mail infette l’11 luglio scorso: il giorno prima della controversa sentenza del tribunale dell’Aia sul Mar Cinese Meridionale. Un episodio che rischia di alimentare i già tesi rapporti con Pechino.

Mario Nascimbeni | 22/10/2016 | (Photo: repertorio: pc, computer) | [cod attahausa]

LEGGI TUTTO >>

RIPRODUZIONE VIETATA. SONO VIETATI ANCHE LA RIPRODUZIONE PARZIALE DI TITOLI, TESTI E FOTO ATTRAVERSO SISTEMI AUTOMATICI (CD AGGREGATORI) SU ALTRI SITI

Notizia interessante? Scrivi cosa ne pensi...

Scrivi qui la tua opinione
Il tuo nome o uno pseudonimo

notizie che hanno interessato i lettori

spot_img