L’inchiesta sulla Juventus va avanti: dall’indagine sui conti dei bianconeri fioriscono anzi procedimenti giudiziari in altre città italiane. I pubblici ministeri di Torino, infatti, hanno trasmesso una serie di carte ai colleghi di una mezza dozzina di procure. L’iniziativa è dettata da ragioni di competenza territoriale per il proseguimento degli accertamenti.
Da tempo i magistrati subalpini e della guardia di finanza avevano concluso che la Juventus avesse intrecciato, in materia di scambio e di compravendita di giocatori, rapporti di “collaborazione e di partnership” (i termini sono utilizzati nelle carte processuali) con una quantità di altri club. Condotte innestate su “relazioni personali e a volte personali tra manager e dirigenti sportivi”. Roba che – era la tesi del pm – poteva addirittura “mettere in pericolo la lealtà delle competizioni”.
La giustizia sportiva, in materia di plusvalenze, ha sostanzialmente ‘scagionato’ i campionati lo scorso 23 gennaio, quando la Corte federale di appello inflisse quindici punti di penalizzazione alla sola Juventus e prosciolse altre otto società finite sotto processo.
Il motivo era che solo nel caso del club bianconero erano state trovate – scrissero i giudici – tracce evidenti della volontà di truccare i bilanci. Ma contro quella decisione il legal team della Vecchia Signora presenterà un ricorso al Collegio di garanzia del Coni.
Non è scontato che la mossa della procura di Torino riapra i giochi. Quello che è chiaro è che gli investigatori ritengono di avere raccolto materiale meritevole di essere segnalato ad altre procure per approfondimenti di carattere penale.
Secondo i pm torinesi – come si ricava dagli atti assemblati lo scorso anno – i rapporti di partnership riguardavano soprattutto Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Empoli, Udinese; tra le carte comparivano anche Grosseto, Parma, Pisa, Monza, Cosenza, Pescara “per citarne alcune”. Non è detto, però, che siano proprio queste le squadre che saranno toccate dai prossimi accertamenti.
I pm torinesi, intanto, sono concentrati sull’udienza preliminare, che si aprirà il 27 marzo. Nei giorni scorso hanno ascoltato una serie di ‘persone informate dei fatti’. A cominciare dall’ex bianconero Rolando Mandragora, che nel 2018 fu ceduto all’Udinese con una clausola che prevedeva il suo riacquisto, poi avvenuto nel 2020, e dal vicepresidente del club friulano, Stefano Campoccia.
Un altro fronte è quello dei rapporti con l’Atalanta: si cercano indizi su somme non messe a bilancio legate a compravendita di giocatori. Se emergeranno gli elementi, all’udienza preliminare contro la Juventus i pm estenderanno i capi di accusa.
Tutte le squadre sono parte di quel sistema e utilizzano le plusvalenze…ovvio che poi sono tarate in base al bilancio della singola società. Se allo spezia bastano due plusvalenze a Juve, Milan e Inter, che hanno bilanci più corposi, ne servono di più…quindi se indagate e volete punire dovreste azzerare tutto il calcio e non accanirsi con una squadra sola mentre le altre continuano ad operare con il sistema che volete punire.
Tutte le squadre fanno plusvalenze…..solo una deve pagare quando è un sistema consolidato da decenni …