Tutto è iniziato con la denuncia di un noto imprenditore veneziano titolare di un marchio di calzature conosciuto in tutto il mondo che aveva concluso un contratto con un’azienda estera nel Kazakistan da cui doveva ricevere il bonifico per poi inviare la merce.
La società kazaka aveva in effetti regolarmente inviato il bonifico ma su un IBAN diverso da quello dell’azienda veneziana.
Probabilmente si è trattato di un’intromissione tra le comunicazioni mail intercorse tra le due aziende verosimilmente attraverso una mail fasulla (cd. fake mail) apparentemente riconducibile ad uno degli account con la quale veniva richiesto al cliente kazako il pagamento della somma mediante bonifico su di un conto corrente diverso da quello solitamente utilizzato dalla ditta.
A questo punto la Polizia Postale e delle Comunicazioni di Venezia unitamente al collaterale ufficio di Torino, dove era stato atttivato il conto corrente dei malfattori, riusciva ad interrompere il trasferimento del danaro in frode.
Si tratta di un fenomeno criminoso molto diffuso: i malfattori con tecniche informatiche raffinate “intercettano” la corrispondenza commerciale elettronica di una azienda per poi inviare “fake mail” (mail fasulle), solo apparentemente riconducibili al mittente dichiarato, con la richiesta di effettuare il pagamento di quanto dovuto su un determinato conto corrente, creato ad hoc.
Nel caso specifico la ditta italiana, prima di procedere alla spedizione della merce ha verificato che i soldi non erano stati accreditati sul proprio corrente ma su un IBAN diverso che riportava a Poste Italiane S.p.a sede di Torino intestato ad un soggetto di nazionalità straniera su cui adesso si concentrano gli sviluppi investigativi.
Il recupero della somma si è reso possibile attraverso un rapido intervento degli operatori della Polizia Postale che, in stretta collaborazione con il personale di Poste Italiane, hanno prontamente attivato il Centro Monitoraggio Servizi Banco Posta di Torino dove, seguendo le successive movimentazioni del denaro sui vari conti correnti, sono riusciti a recuperare la quasi totalità della somma.
20/07/2015