Non è colpa grave se i costi del Ponte della Costituzione sono saliti dai 3,8 milioni del progetto preliminare ai 6,7 di quello esecutivo, agli oltre 11 definitivi e non è certamente colpa degli imputati. Questo hanno stabilito i giudici della Corte dei Conti veneziana, che ha assolto l’architetto Santiago Calatrava e il tecnico Roberto Scibilia.
Roberto Casarin, anch’egli tecnico che partecipò ai lavori, non ha nemmeno iniziato il processo, perché i magistrati hanno accolto l’eccezione del suo avvocato Alfredo Biagini sul suo mancato interrogatorio, mentre per gli altri imputati, il collegio ha ritenuto che parte delle accuse fossero prescritte o infondate.
Come se non bastasse poi, l’amministrazione comunale non avrà nessun risarcimento erariale (ammontava a 3 milioni e 886 mila euro), anzi, dovrà farsi carico dei 35mila euro di spese legali.
Il procuratore Scarano, che nella sentenza aveva richiesto che venissero analizzati i costi di validazione del progetto, una parte dei mancati ribassi d’asta e un accordo bonario (di 1,8 milioni), ha deciso di fare ricorso alla decisione dei giudici. Questi ultimi hanno ritenuto infatti, che per molte voci il danno fosse già noto ben prima (dal 2003), e quindi che fossero già trascorsi i 5 anni imposti dal codice per l’esercizio dell’azione erariale.
Per quanto riguarda le altre tre accuse, il danno di 1,1 milioni per le perizie di variante non prescritte, 153 mila euro di mancati ribassi d?asta e 854 mila euro per le manutenzioni, i giudici si sono affidati ad alcune perizie fatte dai docenti universitari del Politecnico di Torino Renato Lancellotta e Giuseppe Mancini, che limitavano il danno a 463 mila euro e tutto sommato, errori di colpa non gravi.
Calatrava ha commentato l’assoluzione così: «Questa decisione dimostra che i lavori che abbiamo progettato non hanno determinato né l’incremento dei costi della costruzione, né il ritardo nella consegna del ponte».
Alice Bianco
18/03/2015
Riproduzione vietata