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Sversamento dell’acqua contaminata della centrale di Fukushima cominciata oggi alle 6

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Lo sversamento dell’acqua contaminata della centrale di Fukushima è cominciata oggi alle 6. Si tratta del riversamento dell’acqua usata per raffreddare i reattori nucleari dopo il disastro del 2011, contenuta negli oltre mille serbatoi presenti sul sito della centrale di Fukushima.
Le operazioni sono iniziate alle 13 ora locale, le 6:00 del mattino in Italia. Lo ha confermato il gestore dell’impianto, la Tokyo Electric Power (Tepco), confermando il piano annunciato a inizio settimana, sostenuto dal governo e approvato dalla Agenzia nazionale dell’energia atomica (Aiea), nonostante le proteste dei paesi vicini, in primis la Cina, e le associazioni degli ambientalisti.

La storia inizia l’11 marzo 2011, quando il gigantesco tsunami seguito al grande terremoto del Giappone orientale danneggiò quella che era considerata una delle centrali nucleari più sicure del mondo, Fukushima Daiichi, provocando un disastro nucleare. Poco dopo si scoprì che il pesce pescato dai pescherecci conteneva sostanze radioattive e ai pescatori non restò altra scelta che interrompere volontariamente tutte le attività di pesca al largo di Fukushima per circa un anno. Nel giugno 2012, a poco più di un anno dal disastro, sono ricominciate i test di pesca e successivamente è stata autorizzata la vendita di alcuni prodotti ittici, come polpi e alcuni crostacei. Nel febbraio 2020, il divieto è stato finalmente revocato per tutti i frutti di mare e pesci e ora è permesso di uscire in mare per pescare fino a 10 volte al mese.

In questo quadro, il Giappone ha deciso di rilasciare nell’oceano l’acqua trattata, radioattiva, usata nella centrale nucleare di Fukushima per raffreddare i reattori. Il primo ministro Fumio Kishida ha fatto l’annuncio al termine di una riunione di gabinetto. La decisione è arrivata nonostante le veementi proteste dei pescatori locali, degli attivisti e, in particolare, la dura obiezione della Cina, che ha minacciato di adottare “le misure necessarie per salvaguardare fermamente l’ambiente marino, la sicurezza alimentare e la salute pubblica”. La Cina ha addirittura convocato l’ambasciatore giapponese Hideo Tarumi in un incontro serale per esprimere le sue preoccupazioni.

L’iniziativa è ancora ritenuta altamente controversa, e riguarda più di 1,3 milioni di tonnellate di acqua accumulate dopo il devastante terremoto e tsunami dell’11 marzo 2011. Il Primo Ministro giapponese Kishida si trova ad affrontare la reazione dell’industria della pesca e di fazioni dell’opinione pubblica che accusano il governo di portare avanti il ​​progetto senza un ampio consenso e adeguate garanzie di poter salvaguardare la reputazione dei prodotti ittici. In risposta, il premier ha promesso due fondi di sostegno per un totale di 500 milioni di dollari, un impegno costante per la sicurezza, e ha affermato che “il governo si assumerà la piena responsabilità, anche se ci vorranno decenni”.

Le rassicurazioni di Tokyo, però, non hanno convinto del tutto la comunità internazionale. John Lee, governatore di Hong Kong, ha ordinato tagli immediati all’importazione di alcuni prodotti alimentari giapponesi, in particolare dei frutti di mare. In Corea del Sud il governo ha scelto di attenersi alle conclusioni dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica delle Nazioni Unite (AIEA), mentre i partiti dell’opposizione hanno sollevato le loro obiezioni.
Proprio l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) aveva riferito a luglio che il piano del Giappone aderiva agli standard di sicurezza globali e stabiliti, stimando un “impatto radiologico trascurabile sulle persone e sull’ambiente”.

Così, mentre diversi paesi europei hanno gradualmente revocato nel tempo le restrizioni esistenti sulle importazioni alimentari giapponesi, la Cina ha attivato test approfonditi sulle radiazioni dei prodotti ittici giapponesi per esercitare pressione e frenare i piani di Tokyo.
Pechino ha sempre espresso forti obiezioni al rilascio dell’acqua utilizzata per raffreddare i reattori danneggiati, rifiutandosi di usare il termine pseudo-scientifico di acqua “trattata” per minimizzare i rischi associati all’acqua contaminata dal nucleare. Fonti autorevoli dell’AIEA hanno rivelato che la delegazione cinese ha utilizzato ogni manovra possibile per ritardare le decisioni, una strategia intrecciata con tensioni geopolitiche bilaterali.
Era stata proprio la Cina, a luglio, insieme alla Russia, ad esortare il Giappone a prendere in considerazione “la vaporizzazione e il rilascio di acqua nell’atmosfera”, un’opzione che, secondo fonti diplomatiche, avrebbe avuto un impatto ambientale minore.

Intanto sui social media in lingua mandarina è diventato virale un modello teorico sviluppato dall’Università Tsinghua sulla contaminazione nucleare dell’acqua di Fukushima, secondo cui “inquinerà la Cina e gli Stati Uniti in 3 anni e il mondo in 10”.
La Tokyo Electric Power Company (Tepco) prosegue con i lavori e stima che entro il 2024 verranno rilasciate fino a 31.200 tonnellate di liquidi trattati, a seguito delle procedure di diluizione del trizio. E proprio qui sta il focus del tema.
Tepco, la società elettrica condannata nel 2022 a risarcire con 94 miliardi di euro gli abitanti della zona, si è occupata di ripulire l’acqua che verrà versata nel Pacifico diluendola con acqua di mare. Assicura di avere rimosso 60 sostanze radioattive, ma ha ammesso che verserà nell’Oceano trizio e isotopi di carbonio-14, che sono più difficili e costosi da eliminare.
Ha dichiarato che lo farà in quantità minime: il livello finale di trizio corrisponderà a 15.000 becquerel per litro, sette volte meno di quello che c’è nell’acqua che l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera potabile.
Nonostante ciò, l’altra scuola di pensiero rimane convinta che la quantità totale di radiazioni rilasciate nell’ambiente non cambia. E mentre l’emivita del trizio potrebbe essere di 12 anni, l’emivita del carbonio-14 è di 5730 anni. Ciò significa che il materiale radioattivo continuerà ad accumularsi nell’oceano.

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2 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Angosciante a dir poco. E la moda del sushi prende sempre più piede tra chi è cresciuto ad omogeneizzati. Chernobyl è stata dimenticata. Al tempo ci hanno consigliato di non bere latte “fresco(?)”, né verdura in foglia, tanto per……far finta che si adoperassero per il nostro bene, come se il danno si limitasse li e fosse passeggero. La ricerca sul cancro va avanti, purtroppo è ancora ricerca. In tutta ignoranza ho un pensiero, la cura contro il cancro non si troverà mai, non esiste un solo tipo di cancro. La speranza sul cancro la leggi sui giornali, la senti nei programmi televisivi, poi è tutta fortuna, dipende da quello che ti capita. Nel 2023 c’è gente che ancora si vergogna di essere ammalata di cancro o nasconde in casa ammalati di cancro per non farli vedere e poi nei social fa’ la persona saccente contestando tutto e pubblicando post che solo una mente malata può fare, credendo ai profeti della cannabis e agli intrugli, pagando profumatamente chi vende illusioni e contestando la medicina ufficiale che ti cura con la mutua o almeno tenta. Ho perso persone giovani che amavo in breve tempo per colpa della bestia. Se l’acqua che bevo, l’aria che respiro, il sole che ci scalda e…..non finisce più, è “malato” come posso non pensare che tutto quello che ci fa ammalare è qui. Come cantava Celentano, la pubblica ottusità ci seppellirà, e anche presto, non abbiamo più tempo. Spero che il prossimo articolo sia di letizia e spensieratezza, ne abbiamo bisogno. Nonostante tutto sentiamo ancora il bisogno di ridere, è la forza della vita. Grazie

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