“Tredici arresti sulle trentotto famiglie che compongono il campo Sinti di via Vallenari danno la misura del livello di illegalità raggiunto da quel ghetto, con percentuali che non si registrano nemmeno a Secondigliano o a Scampia, e del fallimento della politica attuata dal Comune di Venezia e pagata dai cittadini, con circa 3 milioni di euro di fondi pubblici, quando contemporaneamente non si riesce a impostare una seria politica abitativa per la città “ è il commento dell’assessore provinciale Raffaele Speranzon, tra i promotori della raccolta di 10mila firme per un referendum sull’opportunità della realizzazione del campo, consultazione poi rifiutata dal Consiglio comunale di Venezia.
“Ogni amministrazione, di qualunque colore politico, confrontandosi con sacche di illegalità , cerca sempre di disperdere e isolare gli elementi a rischio, favorendone al contempo l’integrazione – argomenta Speranzon – In questo caso l’amministrazione veneziana ha fatto l’esatto contrario, creando un brodo di coltura per la criminalità , negativo per i sinti stessi oltre che per i cittadini, e questi ne sono gli effetti”.
«Chiedo al sindaco Orsoni se non sia ora di rivedere questo approccio fallimentare a un problema serio e se non sia il caso di chiudere quel ghetto – conclude Speranzon – favorendo l’integrazione degli occupanti nel tessuto sociale isolando non solo gli elementi a rischio fra i sinti, ma anche quegli elementi a rischio della sua stessa maggioranza che sostengono le ghettizazioni».
Raffaele Speranzon
Assessore alla cultura, allo sport e alla gioventù
Provincia di Venezia
[29 settembre 2011]