«Un cittadino tunisino, vicino a gruppi jihadisti e sospettato di voler commettere attentati terroristici, è stato rimpatriato nel suo Paese di origine». Così, nel tardo pomeriggio di ieri, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Il post del Viminale è accompagnato da una foto di Venezia, con la Questura di Santa Chiara.
L’ombra del terrorismo jihadista si allunga dunque nuovamente sul territorio del Veneto. Un cittadino tunisino di 28 anni, residente nella terraferma mestrina, è stato segnalato dalle autorità tunisine nel 2022 come radicalizzato, con un avviso trasmesso all’Ucigos, l’unità centrale per le investigazioni della Digos in Italia. Digos è l’abbreviazione di Divisione investigazioni generali e operazioni speciali, con uffici presenti in tutte le 105 questure italiane e impegnata in prima linea nelle indagini antiterrorismo. L’avviso è stato diffuso a livello nazionale.
La presenza del cittadino tunisino nel comune di Venezia è confermata dall’aprile del 2023, quando si è presentato spontaneamente alla questura locale per richiedere protezione internazionale. Durante questa visita, è stato fotosegnalato e le sue impronte sono state acquisite, permettendo di identificarlo come il soggetto segnalato dalle autorità tunisine nel 2022. Da allora, la Digos di Venezia ha tenuto costantemente sotto controllo la sua presenza.
La richiesta di protezione internazionale è stata respinta, così come quella per ottenere asilo politico. Successivamente, il tunisino ha presentato un ricorso, anch’esso respinto. È in questo contesto che è stata avviata la procedura di rimpatrio, gestita dagli uffici della Questura di Venezia. Durante il suo soggiorno a Mestre, il tunisino sembra aver svolto lavori occasionali, presumibilmente in nero. Non ci sono segnalazioni di reati o denunce a suo carico. Tuttavia, la segnalazione delle autorità tunisine nel 2022 sulla sua presunta radicalizzazione, e il suo presunto legame con gruppi associati alla Jihad islamica, ha pesato sulle decisioni.
Il clima di allarme è stato riacceso negli ultimi mesi a causa della crisi in Medio Oriente. Il conflitto tra Israele e Hamas, seguito dall’attacco dell’7 ottobre scorso e dalla crisi umanitaria a Gaza, ha innescato un’escalation dell’allarme terrorismo in Europa, e naturalmente anche in Italia. Dal ottobre del 2023, l’Italia ha rafforzato i controlli alle frontiere e ha intensificato le espulsioni di individui legati alle ideologie jihadiste.
Il ministro Piantedosi ha sottolineato recentemente l’importanza di non sottovalutare il rischio terrorismo, evidenziando le numerose espulsioni di individui sospettati di avere legami con organizzazioni jihadiste. Ha dichiarato che l’Italia rimane un obiettivo per alcune narrazioni filo-jihadiste e ha rassicurato sulla capacità delle autorità di intercettare e gestire queste minacce.