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Trovati resti di scheletri in Piazza San Marco, a Venezia

E' l'antica chiesa di San Geminiano, fatta abbattere da Napoleone per costruire l'Ala Napoleonica, con il salone da ballo del Palazzo Reale.

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I lavori in corso a Piazza San Marco stanno rivelando nuove e significative testimonianze archeologiche, svelando ancora una volta il passato storico di Venezia. La zona di scavo di fronte alle Procuratie Vecchie, destinata al restauro dei masegni e supervisionata dall’archeologa Sara Bini della Soprintendenza, ha portato alla scoperta di murature e livelli pavimentali che gli esperti attribuiscono all’antica chiesa di San Geminiano.

Oltre alle mura di cinta, gli scavi hanno rivelato una sepoltura contenente spallette in laterizi, con i resti di almeno cinque individui, tra cui quelli di un bambino di circa 8 anni. In epoche passate, seppellire all’interno degli edifici di culto era comune, così come la pratica di posizionare più defunti nella stessa tomba. Questi nuovi ritrovamenti, afferma la Soprintendenza, offriranno una chiara comprensione dell’evoluzione e della nascita della celebre Piazza San Marco e della Venezia dei primi secoli.

Quella che si ritiene l’antica chiesa di San Geminiano, risalente al periodo altomedievale, era situata in un luogo che nel corso del tempo aveva perso la sua precisa collocazione nell’area Marciana. Il progetto attuale, grazie all’impegno della Soprintendenza, ha riportato alla luce dettagli fondamentali della sua esistenza.

In passato, Piazza San Marco aveva un aspetto notevolmente diverso rispetto a oggi, con canali che la attraversavano e chiese che caratterizzavano il paesaggio. Nel punto più stretto della piazza, dove ora si trovano le Procuratie Vecchie, sorgeva la chiesa di San Geminiano, demolita durante l’epoca napoleonica per fare spazio all’Ala Napoleonica.

Storicamente, nel 552, fu il generale Narsete a commissionare la costruzione di una chiesa dedicata a San Geminiano, affacciata sul canale Batario, che si estendeva dall’attuale Ponte dei Dai alla zona centrale dei Giardinetti Reali. Nel corso dei secoli, la chiesa fu demolita e ricostruita più volte, assumendo diverse posizioni nella piazza. Jacopo Sansovino, nel XVI secolo, definì l’aspetto architettonico finale orientando la facciata verso la Basilica, conferendo prestigio al lato occidentale di Piazza San Marco.

Il destino della chiesa subì una svolta durante l’occupazione francese, quando l’edificio fu convertito in caserma. Nonostante un tentativo di riconsacrazione nel 1798, lo stabile fu demolito definitivamente nel 1807, insieme a cinque arcate delle Procuratie Vecchie, per volere di Napoleone. Questo diede origine all’Ala Napoleonica, destinata a diventare un grande salone da ballo del Palazzo Reale.

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