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Presidente Napolitano verrà interrogato dai giudici di Palermo

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presidente napolitano

Il Presidente Napolitano sarà interrogato dai giudici. Esattamente come il più eccellente dei testimoni nel processo in corso per la trattativa Stato-mafia, dovrà rispondere alle domande del Tribunale.

E’ questa la decisione dei giudici di Palermo, magistrati della Corte d’assise presieduta da Alfredo Montalto. Il Tribunale ha accolto la richiesta avanzata dai pubblici ministeri guidati da Nino Di Matteo dopo la fuoriuscita di Antonio Ingroia. Nel particolare, si vuole chiedere al Capo dello Stato notizie sulle «preoccupazioni espresse dal suo consigliere giuridico Loris D’Ambrosio nella lettera del 18 giugno 2012» concernenti il timore espresso in una lettera dello stesso D’Ambrosio «di essere stato considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi»

Alla richiesta dei giudici è stato risposto con un comunicato della Presidenza della Repubblica che si limita ad informare come negli uffici del Quirinale si sia «in attesa di conoscere il testo integrale dell’ordinanza di ammissione della testimonianza adottata dalla Corte di Assise di Palermo per valutarla nel massimo rispetto istituzionale».

Quella di Napolitano è una testimonianza ammessa comunque dalla Corte «nei soli limiti della conoscenza del teste che potrebbero esulare dalle funzioni presidenziali e dalla riservatezza del ruolo», secondo quanto disposto dalla Corte costituzionale. Anche perché a gennaio la Consulta aveva deciso che le intercettazioni telefoniche tra il Quirinale e l’ex ministro Mancino dovevano essere distrutte. E questo nonostante un riferimento a «indicibili accordi» che sarebbero avvenuti dal 1989 al 1993. L’argomento avrebbe dato angoscia a D’Ambrosio che poi muore d’infarto a 64 anni nel luglio 2012.

La Procura spiega di voler chiedere a Napolitano ulteriori notizie sulla lettera e sullo sfogo. E la Corte fissa con la sua ordinanza proprio questo limite: la lettera di D’Ambrosio. Napolitano non potrà essere sentito su altre circostanze inerenti il suo ufficio.

Il 24 ottobre vi sarà la prossima udienza. Testimoni il questore Rino Germanà e Susanna Lima, figlia dell’europarlamentare Salvo Lima ucciso nel marzo 1992 a Palermo. Quello, secondo le ipotesi immaginate da qualcuno, l’inizio della “grande vendetta” dei Corleonesi e forse della discussa “trattativa”.

Redazione

[18/10/2013]

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