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Morte di Pino Daniele diventa un “giallo”. De Piscopo: “Vogliamo sapere”

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La morte di Pino Daniele diventa un “giallo”. Il momento del dolore, del rispettoso silenzio viene contaminato da storie parallele con sullo sfondo una teoria minacciosa: l’ipotesi di omicidio colposo.

La Procura di Roma ha disposto l’autopsia sul corpo del cantautore. Si tratta di un ‘atto dovuto’ all’interno del fascicolo intitolato all’indagine sulla sua morte. L’ipotesi di reato è terribile: ‘omicidio colposo’, finora rivolta contro ignoti.

L’autopsia sarà effettuata oggi alle 12 nell’obitorio comunale «Federico II». Si tratta di un accertamento necessario per capire se davvero il cantautore si potesse salvare.

Il dubbio sarebbe sorto per sospetti lanciati tra le sue due famiglie. Sugli scudi, da una parte la seconda moglie Fabiola, dall’altra l’ultima compagna, Amanda.

«Amanda — dichiara Fabiola, madre di tre dei cinque figli di Daniele — era l’unica in macchina con Pino nell’ultimo viaggio, dica tutto quello che sa. Voglio la verità sulla morte di mio marito per i miei figli e per gli altri suoi figli. Tra noi non ci parliamo ma io andrò fino in fondo. Quella sera in casa c’erano anche i miei figli Sofia e Francesco e Cristina, l’altra figlia femmina di Pino. È stata lei a riaccompagnare a Roma i miei bambini, mentre la “signora” portava in ospedale Pino».

Le domande rimaste sospese sono le stesse che un po’ tutta la gente comune si è posta: perché mettersi in viaggio verso il Sant’Eugenio, a Roma, anche se poco prima era stato chiamato il 118? Chi lo ha deciso? E perché non nella più vicina Grosseto? Pino Daniele è arrivato in ospedale quando era già morto.

Domade che si pongono anche gli amici, come Tullio De Piscopo: «Questa cosa tormenta tutti noi, vogliamo sapere se si poteva evitare». Mentre l’altro fratello Nello è sicuro: «Per come lo conosco sono sicuro che volesse arrivare dal suo medico».

Il “giallo” della morte di Pino Daniele si può così riassumere: La sera del 4 gennaio Amanda chiama il 118 alle 21,12 per un malore del cantante cominciato ore prima mentre la famiglia si preparava a una serata in pizzeria. I medici dell’ambulanza, arrivati dopo circa 15 minuti da Orbetello a Magliano ricontattano i familiari per indicazioni stradali precise ma viene loro spiegato che l’intervento non è più necessario. Daniele viene portato con mezzi propri a Roma, dove arriva in poco più di un’ora. Le voci iniziali di una foratura lungo il percorso vengono smentite.
Achille Gaspardone, il primario del Sant’Eugenio, che da anni aveva in cura il cantante, conferma: «Avevo consigliato di aspettare l’ambulanza. Poi Pino si è sentito meglio e ha preferito venire da me come già accaduto in casi simili».

Mario Nascimbeni

[08/01/2015]

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