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Pinault Collection acquista le quote di palazzo Grassi dal Comune che ripiana i debiti del Casinò

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Per 11 milioni di euro la Pinault Collection acquista il 20% delle quote di palazzo Grassi possedute da Cmv Casinò di Venezia Gioco spa, partecipata al 100% del Comune di Venezia. Lo hanno annunciato oggi a Ca’ Farsetti il direttore della Pinault e amministratore delegato del Grassi, Bruno Racine e l’assessore al Bilancio e alle Partecipate, Michele Zuin.

«È fonte di soddisfazione che si rinsaldi la collaborazione – ha detto Racine – perché con il Comune l’offerta culturale sarà più ricca e varia, non solo per i turisti ma con riguardo particolare ai residenti». Sono 170 i milioni investiti dal 2005 ad oggi con questo scopo, ha ricordato Racine, e 40 le giornate di attività gratuite all’anno dedicate ai minori di 19 anni, ad esempio, oltre a iniziative mirate, attività didattiche, progetti per gli adolescenti e categorie particolari di pubblico. Nulla cambierà dell’assetto del Consiglio di amministrazione di palazzo Grassi, «stiamo lavorando con la Fondazione Musei Civici in vista dei 1600 anni dalla nascita di Venezia. Ci sarà una chiusura da aprile a settembre per interventi sugli spazi espositivi, poi la ripartenza», ha detto Racine.

Undici milioni che, «andranno a coprire la situazione debitoria che Cmv ha nei confronti delle banche – spiega Zuin – Non li abbiamo creati noi quei debiti ma dobbiamo pagarli». L’accordo di acquisizione passa attraverso l’approvazione da parte del Consiglio Comunale, che si riunirà il 16 o il 17 dicembre prossimi e il mantenimento della presenza di due rappresentanti designati dal Comune di Venezia nel Consiglio di amministrazione di palazzo Grassi. «Si tratta di un’operazione molto importante – ha sottolineato Zuin – Da due anni il ministero dell’Economia e delle finanze aveva comunicato che il mantenimento di questa partecipazione, detenuta dal Comune attraverso Cmv, fosse in contrasto con il Testo Unico delle società partecipate per il fatto che non gestisce servizi pubblici. Si tratta del rafforzamento di un progetto di collaborazione a cui l’Amministrazione crede molto: non viene modificata la destinazione d’uso di palazzo Grassi, che resta museale. Anzi, la società si appresta a mettere in atto investimenti per oltre due milioni di euro per il restauro e il rinnovo del palazzo». Nel ricordare il restauro «encomiabile degli spazi di punta della Dogana» (foto in alto dalla pagina Facebook di Palazzo Grassi), l’assessore ha aggiunto: «Ringraziamo molto Pinault Collection per il coraggio: in questo momento così difficile è davvero significativo che si investa sulla cultura e sul futuro di Venezia». «Dal 2005 abbiamo realizzato 27 mostre, accolto 3 milioni di visitatori, programmato 600 eventi nel teatrino di palazzo Grassi», ha commenta Racine.

«Questo accordo con il Comune di Venezia – ha spiegato François Pinault, presidente e amministratore delegato del gruppo Kering cui appartiene la Pinault Collection  – rappresenta per me un rinnovo delle promesse con la città di Venezia, un nuovo slancio nella proficua avventura che condividiamo da quindici anni e che abbiamo costruito insieme sin dal primo giorno. A poche settimane dall’inaugurazione a Parigi de La Bourse de Commerce, il nuovo centro espositivo dedicato alla collezione, intendo rafforzare l’impegno verso le sedi a Venezia e consolidare un polo culturale sempre più integrato a livello internazionale».

La programmazione proposta nelle due sedi espositive di palazzo Grassi e punta della Dogana, che ha alternato opere della Pinault Collection e mostre personali di grandi artisti del presente, conta dal 2006 a oggi 27 esposizioni con oltre 400 artisti esposti, e ha accolto oltre 3 milioni di visitatori. Il teatrino di palazzo Grassi ha portato più di 600 appuntamenti culturali dal 2013 a oggi, la quasi totalità dei quali aperti gratuitamente al pubblico.

Antonella Gasparini

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3 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Ormai non ci sono più parole…Venezia svenduta a privati un pezzettino alla volta dal suo stesso comune…non c’è più nessuna speranza. Questa volta in particolare fa ancora più schifo perché lo hanno fatto per pagare i debiti (leggasi stipendi dei dipendenti) del Casinò!!! Incredibile. Senza pudore.

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