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Patriarca Moraglia uno di noi: “Venezia non può essere aperta a tutto, non è Disneyland”

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Patriarca Moraglia uno di noi: "Venezia non può essere aperta a tutto, non è Disneyland"

“Venezia non può essere nello stesso tempo tutto e il contrario di tutto; bisogna avere il coraggio di scegliere un futuro possibile e sostenibile in cui il bene comune, di tutti, venga prima di quello particolare”.

Queste le parole del Patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, nell’intervento di saluto all’apertura del ponte votivo per la festa del Redentore.

“Nessuno vuole – ha proseguito – che Venezia diventi una sorta di Disneyland a cielo aperto; adoperiamoci perché questo non avvenga. Bisogna allora rispettare le sue fondamenta, i campi, i campielli, le calli, piazza San Marco. Il rispetto è la prima declinazione della parola ‘amore’; amiamo la nostra città se la rispettiamo e se non la sovraccarichiamo di eventi e di flussi di visitatori. Certo, la città deve essere aperta perché è bene dell’umanità, ma non può essere aperta a tutto – ha concluso – e diventare spazio di conquista di nessuno”.

La cerimonia di inaugurazione del tradizionale ponte votivo allestito per la Festa del Redentore è oggi avvenuta alla presenza del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, del presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e del patriarca di Venezia, Francesco Moraglia.

“Venezia rinnova così, di anno in anno, il proprio inno alla speranza e alla fiducia nel domani. Costruire un ponte questa volta non vuol essere solo realizzare un collegamento tra due sponde. Qui è stato realizzato un simbolo concreto di quanto l’uomo, grazie al proprio ingegno ed intelletto, sappia fare per superare le difficoltà. Ecco, tutti dovremmo trovare dentro noi stessi quello spirito resiliente che ha sempre animato la nostra Venezia” le parole invece del sindaco di Venezia.

“In questi ultimi quattro anni durante i quali ho avuto il grandissimo privilegio di amministrare la città – ha continuato Brugnaro – ho toccato con mano le difficoltà che quotidianamente le si presentano davanti. Eppure mai, e ribadisco mai, Venezia si è arresa. Mai mi sono arreso, mai e poi mai noi veneziani ci siamo arresi. Venezia, “stato da Mar e stato da Tera” in grado di dominare per centinaia d’anni la forza della natura e di imporsi nella gestione di quella Laguna così importante per la sua sicurezza, per i trasporti, per il lavoro, per il commercio e per la vita di tutta la Città”.

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