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Mestre, tassista derubato del borsello durante una corsa: individuati i ladri, hanno usato il suo bancomat

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Avevano rubato il borsello ad un tassista durante una corsa, mentre lui guidava. Con gesto veloce, stando sul sedile dei passeggeri, hanno arraffato il borsello che conteneva il portafoglio e le carte di credito dell’uomo. Gli agenti di polizia dei Commissariati di Mestre e di Marghera, dopo aver raccolto gli opportuni indizi, hanno identificato e perquisito la casa di due tunisini, ora indagati con le accuse di furto aggravato ed indebito utilizzo di strumenti di pagamento diversi dal contante. I due avevano infatti prelevato e fatto acquisti con le carte elettroniche del tassista, che non si era subito accorto del furto.

La vicenda ha richiesto un’attenta e scrupolosa indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Venezia al termine della quale due cittadini tunisini, già noti alle forze dell’ordine per vari reati, sono stati individuati e sottoposti a perquisizione domiciliare.
Il furto avvenne nel cuore della notte del 4 maggio, mentre il tassista era impegnato nella sua normale attività lavorativa. La complessa indagine è stata condotta dalla Squadra Investigativa del Commissariato di Marghera, con il supporto degli agenti del Commissariato di via Ca’ Rossa, sotto la direzione dell’Autorità Giudiziaria. Gli investigatori sono riusciti a raccogliere importanti elementi di prova grazie alle testimonianze di cittadini e alle immagini di videosorveglianza provenienti da diverse telecamere.

I due cittadini tunisini, già noti alle autorità per vari reati, sono stati riconosciuti come i presunti autori del furto. La perquisizione domiciliare, autorizzata dall’Autorità Giudiziaria, ha fornito ulteriori prove a sostegno delle accuse. Durante la perquisizione, sono stati scoperti capi di abbigliamento che i sospettati indossavano durante la notte del furto. Tra l’altro, durante gli accertamenti di routine, è emerso che uno dei due stranieri non possedeva un permesso di soggiorno regolare. Di conseguenza, quest’ultimo è stato condotto al Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Gradisca d’Isonzo, dove rimarrà in attesa delle disposizioni relative al suo rimpatrio.

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3 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Non mi ricordo di aver mai registrato un rinnovo di permesso di soggiorno ad un tunisino/a, ma sono sempre sulla cronaca con “già noti alle forze dell’ordine per reati vari”. Io farei causa allo Stato, tanti italiani dovrebbero fare causa allo Stato. Questo è l’8^ (mi pare) potenza mondiale, il paese democratico e civile, che importa delinquenti, criminali e poi una volta NOTI li lasci liberi di delinquere lasciandoli sempre irregolari. Alla faccia di questa DEMOCRAZIA MALATA dove lo STATO non esiste se non in campagna elettorale, venga una SANA DITTATURA che li faccia bere tanto purgante che spesso non sarà per niente, vedi mai che in pancia non abbiamo qualche ovulo di troppo.

  2. Bisogna mandarli tutti fuori dall’Italia, o meglio ancora non lasciarli proprio entrare, con qualsiasi mezzo, anche con le navi da guerra schierate in difesa del nostro territorio. Shylock the first

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