Intanto i negozi continuano a chiudere. Titolo non positivista ma correlato alla realtà dove la tanto annunciata ripresa fatica a farsi vedere. A volte le attività commerciali si spostano, alla ricerca di affitti più bassi che lascino un po’ di respiro, a volte, invece, si molla proprio perchè non ce la si fa più. E le serrande che tante volte abbiamo visto aperte improvvisamente, una mattina, sono chiuse.
A Mestre, per fare un esempio, Via Cesare Battisti non pare più la stessa di qualche giorno fa. Il Caffè Grande Italia ha chiuso (dovrebbe tornare in un’altra collocazione). Due Zeta, negozio storico di galleria Barcella, si presenta con serrande abbassate e tristi locali spenti e spogli.
E si parla del centro di Mestre, vicino al Teatro Toniolo.
In Calle Legrenzi, poi, da diversi giorni si era notata la chiusura del noto Pout Pourri.
I negozianti puntano il dito verso una politica della viabilità che ha contribuito ad affossare il lavoro, con posti auto molto limitati e sempre più cari.
Volendo proprio ignorare che dietro ad ogni chiusura c’è una storia, una famiglia, si potrebbe pensare che poco cambia se al posto di un’attività ne arriva un’altra, ma i cartelli appesi ad una serranda chiusa che spuntano un po’ ovunque con scritto “affittasi”, come abbiamo ppotuto notare tutti, non sono mai stati così numerosi, e, in molti casi, sono stati appesi molti mesi prima.
Paolo Pradolin
08/04/2015
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