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I Piombi: la storica prigione di Venezia

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I Piombi sono un antico carcere situato nel sottotetto del Palazzo Ducale di Venezia, in Piazza San Marco. Il nome deriva dal materiale utilizzato per il loro tetto. I prigionieri venivano rinchiusi qui dal Consiglio dei Dieci, normalmente per reati politici o in attesa di processo.

L’impianto dei Piombi era costituito da sei ambienti, separati da tramezzi lignei rinforzati con lamiere di ferro. Queste carceri fornivano ai detenuti condizioni peggiori delle Prigioni Nuove, ma migliori dei Pozzi, ai quali erano collegate da una lunga scalinata.

Le dimensioni dei Piombi variavano, con il primo carcere di quattro metri di lato, il secondo un triangolo di lato di metri 2,70 (questa è l’unica cella con vista diretta sul canale), il terzo un poligono irregolare con lati che vanno da 2 a 4 metri, il quarto quadrato di quattro metri di lato (questa cella sarebbe stata quella di Casanova), il quinto di forma irregolare, con lati da due a quattro metri, e il sesto un rettangolo con entrambi i lati leggermente lungo più di quattro metri.

L’accesso ai Piombi era garantito da due scale, una nella Sala dei Tre Capi e l’altra in un corridoio vicino alla Sala degli Inquisitori di Stato. Il posto era relativamente confortevole e ventilato ma non tutti gli uomini erano in grado di stare in piedi: nella maggior parte delle celle, infatti, vi è un soffitto che arriva ad un metro e 20 cm. circa. La luce entrava nelle celle attraverso piccole finestre che si affacciavano sul rio di Palazzo all’altezza del cornicione. Il corridoio era illuminato di notte. Nonostante i soffitti fossero in piombo, sotto le lastre era presente una doppia pannellatura in larice che rendeva le celle calde d’estate ma non eccessivamente. In inverno la temperatura all’interno era mite.

I prigionieri godevano a volte di privilegi, come la possibilità di dare commissioni al carceriere, che ne doveva rendere conto. Potevano anche farsi portare mobili e oggetti per la casa come letti e piatti. Le celle venivano pulite regolarmente e i prigionieri ricevevano assistenza medica.

La costruzione dei Piombi risale al XVI secolo, secondo fonti ufficiali. Una promulgazione del Consiglio dei Dieci del 15 marzo 1591 afferma che, poiché i Pozzi preesistenti erano troppo duri per i detenuti, era necessaria una nuova struttura per ospitare i condannati per reati minori. I Piombi furono costruiti nel sottotetto del palazzo, dove il Consiglio dei Dieci conservava i suoi archivi, sopra la Sala dei Tre Capi.

Vi furono rinchiusi personaggi illustri come Paolo Antonio Foscarini e Giacomo Casanova. Casanova ha dato ai Piombi una diffusa notorietà descrivendoli nelle sue memorie e soprattutto nel suo libro “Storia della mia fuga dai Piombi”, lasciandoci dettagli sulla struttura e sulle modalità di detenzione e su come ha gestito l’evasione del 1756. Tuttavia, l’aspetto forse più interessante della descrizione di Casanova è legato all’organizzazione del carcere in quel periodo, anche se si tratta più di un romanzo che di una fonte scientifica. Secondo Francesco Zanotto, la fuga di Casanova aveva elementi surreali: come avrebbero potuto forzare le lastre di piombo del tetto senza dare nell’occhio? Nonostante ciò, i Piombi rimangono un affascinante pezzo di storia veneziana, una testimonianza della storia della Serenissima di cui se ne può respirare l’atmosfera ancora oggi facendoci visita.

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