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Coronavirus, ultime notizie. In Hubei 1843 nuovi casi in un giorno, in calo rispetto al precedente

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Coronavirus: positivi 40 dei 400 americani evacuati dalla nave, saranno ricoverati negli ospedali giapponesi (ore 18.00)
Quaranta dei 400 americani che sono stati evacuati dalla nave da crociera in quarantena in Giappone, la Diamond Princess, risultano contagiati dal nuovo coronavirus.
Lo ha riferito un funzionario americano, come riporta la Bbc.
Coloro che sono risultati positivi al virus saranno ricoverati negli ospedali giapponesi, mentre gli altri faranno rientro con due aerei negli Stati Uniti, dove saranno messi in isolamento per altri 14 giorni in una base militare.

Coronavirus: Ilaria Capua, dati dalla Cina incompleti. (ore 11.00)
“I dati che si hanno dalla Cina sono incompleti, non per malafede, ma perché sono 1,5 miliardi di persone. Non si possono fare così tanti test in un mese”.
Queste le parole della virologa Ilaria Capua, direttore del Centro di eccellenza dedicato alla ‘One Health’ dell’Universita’ della Florida, intervenendo a Venezia ad un convegno dell’associazione “Liberi, oltre le illusioni”.
Capua ha sottolineato il ruolo fondamentale dei media nella gestione della crisi legata al Coronavirus: “E’ necessario che la stampa, che ha grandissima responsabilità e grande ruolo anche nel sostenere il paese nell’emergenza, utilizzi fonti assolutamente sicure”.
La scienziata ha quindi citato un esempio: “Ieri – ha detto – ho trovato un video, su un importantissimo portale di informazione italiano, nel quale si diceva di cuocere bene carne di pollo e maiale. Questa non è una malattia a trasmissione alimentare! Gli animali da reddito non hanno nulla a che fare con questo virus”.
Capua ha evidenziato come in simili situazioni serva tempo: “Il risultato dello studio del dato è proporzionale alla qualità del dato, perciò – ha spiegato – è ovvio che ora il puzzle si vede e capisce male. Sarebbe opportuno che si prendesse con le molle una previsione basata su dati mancanti al 70%. I media hanno una grandissima responsabilità: devono assicurarsi che le fonti da cui prendono le informazioni siano affidabili, e rendersi conto che noi scienziati non abbiamo la palla di vetro”.

Coronavirus: Giappone, altri 70 positivi sulla nave Diamond Sono 355 in totale (ore 06.00)
Altre 70 persone, per un totale di 355, risultano positive al virus cinese sulla nave da crociera Diamond Princess ferma in quarantena in Giappone.
Lo rende noto oggi il ministero della Sanità nipponico.
“Finora abbiamo condotto test su 1.219 persone: 355 sono risultate positive, tra cui 73 senza sintomi”, ha detto il ministro Katsunobu Kato sull’emittente pubblica Nhk.
La Diamond Princess è in quarantena dal 5 febbraio nel porto di Yokohama, vicino a Tokyo.
“Sulla base dell’elevato numero di casi di COVID-19 identificati a bordo, il Dipartimento della sanità ha valutato che i passeggeri e i membri dell’equipaggio sono ad alto rischio d’esposizione”, ha detto l’ambasciata americana in una lettera ai passeggeri.

Coronavirus: i morti in Cina sono oltre 1.600 (ore 02.00)
Sono salite ad oltre 1.600 le vittime del nuovo Coronavirus in Cina dopo il decesso di altre 139 persone nella provincia dell’Hubei.
Nel suo aggiornamento quotidiano, la commissione sanitaria dell’Hubei ha anche segnalato 1.843 nuovi casi di contagio del virus cinese, con un calo rispetto al numero di nuovi casi segnalati 24 ore fa.

Coronavirus: nesso malattie infettive-cambiamenti ambientali (ore 20.00)
C’è una relazione tra il fenomeno della diffusione delle malattie infettive e l’azione dell’uomo sulla natura.
Un recente contributo, pubblicato sulla rivista PNAS, con il coordinamento di Moreno Di Marco del Dipartimento di Biologia e biotecnologie Charles Darwin dell’Università Sapienza, rileva il rischio di insorgenza di pandemie nell’ottica dei cambiamenti ambientali causati dall’uomo.
Lo studio evidenzia che il rischio di insorgenza di pandemie non dipende di per sé dalla presenza di aree naturali o di animali selvatici, ma piuttosto dal modo in cui le attività antropiche influiscono su queste aree e queste specie.
L’attuale epidemia di Covid-19, originata nella provincia cinese di Hubei e causata da un coronavirus simile a quello della Sars, sta tenendo ancora una volta il mondo sotto scacco.
Questa non è che l’ultima di una serie di pandemie che hanno terrorizzato paesi di ogni parte del mondo negli ultimi anni: Ebola, Sars, Zika, MERS, H1N1.
Tutte queste pandemie, affermano gli autori, hanno una cosa in comune: sono di origine zoonotica, sono trasmesse cioè dagli animali, soprattutto selvatici.
Ma è possibile prevenire questi fenomeni? I recenti focolai di malattie infettive, come il Covid-19, sono stati associati alle alte densità di popolazione umana, ai livelli insostenibili di caccia e di traffico di animali selvatici, alla perdita di habitat naturali (soprattutto foreste) che aumenta il rischio di contatto tra uomo e animali selvatici e all’intensificazione degli allevamenti di bestiame (specie in aree ricche di biodiversità).
I ricercatori sostengono che il rischio di insorgenza di malattie infettive rappresenti un punto cieco nei piani di sviluppo sostenibile, cui non vengono dedicate sufficienti misure di prevenzione.
Secondo gli studiosi è necessario riconoscere che esistono dei compromessi tra obiettivi di sviluppo socio-economico (come la produzione di cibo e di energia), l’impatto che questi hanno sull’ambiente e sulla biodiversità e i rischi che tali cambiamenti comportano in termini di insorgenza di pandemie.
“L’interazione tra cambiamento ambientale e rischio di pandemie – afferma Di Marco – non ha ricevuto sufficiente attenzione. Auspichiamo che tale aspetto diventi una parte integrante e prioritaria dei piani di sviluppo sostenibile affinché sia possibile prevenire, piuttosto che reagire a potenziali conseguenze catastrofiche per l’umanità”.

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