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A Venezia nel 2022 record di decessi di 75enni

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A Venezia nel 2022 c’è stato un boom di decessi di persone nella fascia dei 75. Si tratta di quasi 1.800 decessi in più del 2019, 458 in più del 2021 e solo 36 in meno rispetto al 2020, (anno del Covid e anno in cui sono avvenute vere stragi nelle case di riposo).

I dati Istat sulle morti degli anziani ultra75enni in provincia di Venezia nel 2022 non possono che destare preoccupazione e sollevare molte domande. Lo sostiene il sindacato dei pensionati Cgil Metropolitano, secondo il quale il trend dei decessi fra gli anziani – analizzato dal sindacato comune per comune – descrive “una realtà per certi versi anomala, lasciando intendere che la pandemia continua a manifestare i propri effetti indiretti sulle persone più bisognose di cure e di assistenza continua e che la sanità territoriale manifesta gravi carenze, come dimostrano le liste d’attesa eterne e la penuria di medici di base”.

Partendo anche da queste considerazioni lo Spi di Venezia, assieme alla Funzione Pubblica, alla Filcams e alla stessa Cgil, ha promosso la campagna “Tu tagli, io firmo” in tutto il territorio provinciale (10 mila le firme finora raccolte), a dimostrazione di quanto le criticità del nostro sistema sanitario siano sentite dall’intera cittadinanza e in particolare dalle persone più anziane.

Nel 2022, secondo i dati Istat, sono morti 3.184 veneziani di età compresa fra 75 e 84 anni e 5.134 ultra85enni. In totale, 8.318 anziani over 75. L’anno prima i decessi fra gli ultra75enni ammontavano a 7.860, 458 in meno, mentre nel 2020 erano 8.354, appena 36 in più pur essendo l’anno del Covid e dei drammatici e nefasti effetti sulle case di riposo.
Emblematico il confronto con il 2019 quando si sono registrati 6.531 decessi fra i veneziani con più di 75 anni.

Di fatto, rispetto all’anno pre-Covid, lo scorso anno sono deceduti 1.787 anziani in più con un incremento del 27%. Per la Cgil, “pare ovvio che si sia abbassato il livello di assistenza nei confronti della popolazione più anziana e che la pandemia abbia accentuato i limiti della sanità territoriale, già minata appunto dal rinvio, nel 2020, di migliaia di prestazioni”.

“I dati Istat sono preoccupanti perché non sembrano essere avvalorati da normali tendenze demografiche – commenta Daniele Tronco, segretario generale dello Spi Cgil Metropolitano -. A questo punto non possiamo fare altro che elaborare ipotesi e chiedere alla Regione di analizzare questi numeri per capire se si siano davvero creati contesti sfavorevoli per i nostri anziani dopo il blocco causato dal Covid. Il timore è che la carenza di personale medico spinga le strutture sanitarie a una minore attenzione per i pazienti ultra75enni”. Inoltre, aggiunge, “ci sono le liste d’attesa eterne per le prestazioni sanitarie che costringono molti cittadini a rinunciare alle visite e alle cure”. (ANSA).

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7 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

    • L’INPS siamo noi, e siamo sempre noi che mandiamo a governare l’Itlaia attraverso il nostro voto, e sono loro, quelli che abbiamo votato a cambiare le carte in tavola, promettono mari e mont,i e poi ti mandano più cartelle da pagare dei precedenti, per esempio avevano promesso il condono tombale, di tombale c’è solo la certezza di finirci dentro, adesso ci dicono che servono almeno 5 anni, cari, non vi abbiamo votati per spendere i nostri soldi per le armi. Invito comunque i miei coetanei a non farsi nessun vaccino, proprio pochi giorni un caro amico, conosciutissimo in città ( non lo nomino per rispetto ) gli è stato diagnosticata una malattia gravissima, tutti i medici a cui si è rivolto gli hanno detto che al 50% la causa di questa situazione è dovuta ai quattro vaccini che lo HANNO OBBlLIGATO a sottoporsi. Ricordatevi che la signora morte aspetta tutti, non abbiate fretta di raggiungerla, con o senza vaccini quando sarà la nostra ora andremo. Shylock the first

  1. Ho un conoscente di 78 anni ricoverato al Civile dopo una caduta in casa. Ha due protesi alle ginocchia, altre patologie e non riesce più camminare perché in ospedale è allettato mentre avrebbe bisogno di riabilitazione che non si ritiene opportuno prescrivere, peggiora di giorno in giorno. Ha chiesto di andare al Fatebenefratelli per la riabilitazione pagando la quota giornaliera, visto che qui ha fatto la riabilitazione dopo le due operazioni. C’è un però: la riabilitazione ora gli costerebbe centinaia di euro. Ti credo che crepano presto. Creperemo sempre prima. Poi mi viene in mente un certo Messina Denaro che si sta curando in carcere con i migliori protocolli, mentre fuori la lista d’attesa ti consuma. Non conviene essere onesti.

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