Si vuole continuare con le stesse opere eliminandone alcune, ma lasciando mani libere alla giunta regionale di decidere quali e in quale modo: questo il commento del deputato Federico D’Incà e dei consiglieri regionali M5S Brusco e Baldin sulla “truffa” della legge regionale veneta sui project financing.
L’estromissione del ruolo del Consiglio è palese, dato che la legge regionale n. 27/2003 (art. 44bis comma 4) prevede che il Consiglio approvi e verifichi i progetti di finanza avvalendosi di una propria struttura di supporto, indipendente da quella controllata e nominata dalla giunta, anche mediante il ricorso ad esperti esterni all’amministrazione regionale.
“Con questa nuova norma regionale invece – proseguono Erika Baldin e Manuel Brusco membri della IV commissione vigilanza dei finanziamenti e appalti – l’inchiesta sulla utilità delle infrastrutture venete, da pubblica e con la partecipazione delle minoranze, diventa un affare privato della giunta e di Zaia, già membro delle giunte passate che hanno approvato o concordati i PF”.
Per evitare contestazioni e ricorsi, la nuova legge prevede in caso di revoca, un indennizzo alle ditte proponenti, anche per quei project financing il cui iter è solo iniziato e di cui non c’è ancora la dichiarazione di pubblica utilità: cosa che appare palesemente illegittima, un regalo ai promotori ed ai loro progettisti.
Il fondo che viene istituito è di 150 milioni, pari al 1% dell’importo totale di 15 miliardi per i PF, quasi tutti proposti dal Gruppo Mantovani e Confederazione Autostrade, presieduta dal leghista Shneck.
Puntualizza il deputato D’Incà: “Per coprire gli indennizzi in caso di revoca dei project financing, vengono sottratte ulteriori risorse alle manutenzioni stradali dall’apposito capitolo di spesa upb U0135 “Viabilità regionale, provinciale e comunale” del bilancio di previsione 2015, alla faccia delle azioni di tutela del rischio idrogeologico e della sicurezza stradale sbandierate da Zaia. La provincia di Belluno, ad esempio, solo con i tagli già effettuati ai trasferimenti regionali rischia di non avere risorse per coprire il servizio neve invernale. Cosa succederà al Veneto se sottraiamo ulteriori 150 milioni destinati alle manutenzioni?”
Concludono i pentastellati: “Ricordiamo infine che dopo i primi arresti della “tangentopoli veneta”, nel 2013 era stata istituita la Commissione d’Inchiesta sui lavori pubblici regionali che doveva verificare procedure, costi e tempi di affidamento, aggiudicazione e realizzazione dei lavori pubblici di competenza regionale, con particolare riguardo a quelli eseguiti o in corso di esecuzione/affidamento attraverso Project Financing”.
La legge sul project financing voluta da Zaia è in sostanza un tentativo palese di mettere la classica pietra sopra a quanto è successo in passato, pagando la Mantovani e gli altri con i nostri soldi e evitando di chiamare a risponderne i responsabili.
07/08/2015