A iscrizioni chiuse è tempo di verifiche. Qualcosa non funziona e va individuato in una geografia spiazzata da differenze e contrasti che rivelano situazioni alquanto particolari. Partendo dal diritto all’istruzione e dalla realtà della rete scolastica, nonché dall’analisi delle sue strutture, dall’ampiezza di aule ed edifichi, la problematica si rivela.
Tante richieste di accesso a Zelarino, Marcon e Marghera, al punto di mettere in difficoltà la tenuta delle iscrizioni, come alla Grimani, in eccedenza, anche se la preside della scuola rassicura: ”Garantiremo la popolazione”.
Le famiglie, spesso in difficoltà, chiedono il Tempo pieno, cioè l’apertura delle scuole dal lunedì al venerdì, dalle 8 e 30 alle 16 e 30. E lo sono al punto di iscrivere i loro figli anche nelle isole di Murano, Burano, Sant’Erasmo, per sopperire alla necessità di colmare il tempo scuola.
Ambite e gettonate anche le scuole di Marcon e della terraferma che soddisfano il bisogno di un tempo scuola adeguato a orari di lavoro da rispettare.
Lontani appaiono i tempi di un Tempo pieno scelto per la formazione e l’educazione, quelle sembrano questioni alle quali, anche in compresenza della Buona scuola, non si possono più attuare. Insegnanti a numero ridotto, classi che scoppiano, non permettono la continuità di un tempo che tanto ha dato alla didattica e ai bambini, periodo oggi dimenticato e disconosciuto.
Roberto Baretton, dirigente scolastico dell’Istituto Morosini, conferma le iscrizioni degli anni precedenti, così come il Foscarini e l’Istituto Dona Milani con le scuole di Quarto d’Altino.
Gelsomina d’Anna, preside della Grimani, delle scuole di Murano, Burano e Sant’Erasmo (che formano un unico Istituto Comprensivo), lancia un allarme chiede alle famiglie di non spostare i figli a Venezia o Mestre, è opportuno che studino là dove vivono, altrimenti le scuole moriranno.
Alla Scuola non resta che inventariare i luoghi e i metodi di studio, alle famiglie di scegliere, quando è possibile quel che è meglio per i loro figli.
Andreina Corso