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Volante della polizia assalita da attivisti: liberato clandestino con precedenti

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Volante della polizia circondata e assaltata mentre la pattuglia stava portando un uomo di origini marocchine a un centro di rimpatrio in Lombardia per essere espulso dall’Italia. Responsabili del gesto una cinquantina di autonomi provenienti dai centri sociali e anarchici che hanno assaltato la volante della polizia. L’obiettivo del gruppo era liberare lo straniero di origini marocchine destinato a un centro di rimpatrio in Lombardia, dopo che il prefetto aveva firmato il decreto di espulsione. Il migrante 31enne, in Italia dal 2012, era stato condannato ben 13 volte, l’ultima delle quali per violenza sessuale di gruppo.

Nel tentativo di liberare il migrante, gli aggressori hanno circondato l’auto della polizia, colpendola con calci e pugni e cercando di aprire le portiere. Nel caos scatenato, un agente è rimasto ferito, mentre cinque antagonisti sono stati denunciati per resistenza a pubblico ufficiale. Questo ennesimo assalto al mezzo della polizia si Stato, seppur non inedito, è notevole per la sua insolita location: il fatto è avvenuto davanti alla Questura di Torino.
L’attacco si è verificato nel centro della città, con gli aggressori che si sono spostati in corteo verso la piazza XVIII Dicembre, danneggiando alcune auto lungo il percorso.

Il migrante era stato fermato martedì sera alla periferia di Torino, denunciato per aver imbrattato le pareti del sottopasso di corso Grosseto con scritte ingiuriose. Prima dell’assalto alla volante, una decina di antagonisti aveva già fatto irruzione presso l’Asl di via Farinelli, dove l’uomo era stato portato, aumentando ulteriormente le tensioni.

Le reazioni alle azioni degli antagonisti non si sono fatte attendere. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha condannato fermamente l’aggressione, definendola un atto inaccettabile di violenza. Ha sottolineato il clima di veleno e sospetto in cui sono immerse le Forze dell’ordine in questi giorni, esprimendo solidarietà e vicinanza alla Polizia di Stato.
Il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, ha espresso la massima solidarietà agli agenti coinvolti, definendo l’aggressione un vile atto contro le donne e gli uomini in divisa. Ha annunciato il lavoro su un disegno di legge per rafforzare le tutele delle forze dell’ordine. Anche il segretario generale del sindacato di polizia Coisp, Domenico Pianese, ha condannato l’accaduto, sottolineando la pericolosa “caccia al poliziotto” e il rischio che lo slogan “più sbirri morti” diventi un mantra.

Il contesto politico locale è stato citato da alcuni commentatori, che denunciano un clima di impunità a Torino, attribuendolo alla regolarizzazione dei centri sociali antagonisti promossa dal sindaco. Questo, secondo loro, avrebbe contribuito a rafforzare le strategie della tensione e l’arroganza degli antagonisti, culminate nell’attacco alla volante della polizia. La situazione resta tesa, con una cinquantina di persone che protesta ancora davanti alla Questura.

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  1. La situazione descritta è estremamente preoccupante e richiede una risposta decisa. L’assalto alla volante della polizia da parte di attivisti è un atto inaccettabile di violenza. È importante che le forze dell’ordine siano protette e che le leggi siano applicate in modo equo e giusto.

    Il migrante coinvolto, con un passato di condanne per reati gravi, rappresenta una sfida complessa per il sistema giudiziario e per le politiche di immigrazione. Tuttavia, gli atti di violenza non possono essere giustificati e devono essere affrontati con fermezza.

    Speriamo che le autorità competenti possano garantire la sicurezza delle forze dell’ordine e prendere misure adeguate per prevenire futuri episodi simili. La solidarietà e il sostegno alle donne e agli uomini in divisa sono essenziali per mantenere l’ordine e la sicurezza nella società.

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