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Mercato ricettivo a Venezia caos: alberghi con appartamenti, case come alberghi

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“Ma sarà un hotel o un’affittanza turistica?”: è questa la domanda che si pone chiunque prenoti un alloggio a Venezia tramite i siti di booking. Tra le centinaia di annunci, infatti, compare al primo posto un “ostello” in zona San Polo, al secondo un “apartments & rooms” con “diverse locazioni a Castello”, al terzo un “intero appartamento” a Rialto, al quarto una “new property” gestita da una Srl, al quinto un vero e proprio “albergo” e poi, in ordine, una “locanda”, un “palace”, una “guest house”, una “tourist house” e una “residenza”.

Il portale di prenotazioni più famoso non fa mistero su quale sia il criterio di “piazzamento” scrivendo in homepage: “la commissione pagata e altri fattori potrebbero influenzare il posizionamento di una struttura nei risultati di ricerca”.

La commistione tra “alberghiero” e “extra-alberghiero” è palese quando ad accompagnare i turisti alle locazioni sono i dipendenti degli hotel oppure, al contrario, singoli “host” che amministrano anche nove “stanze indipendenti”. Le foto si assomigliano tutte, le descrizioni pure e a convincere il turista finisce per essere il prezzo.

La saturazione del mercato ricettivo ha portato a una guerra tra le due anime del settore: da un lato ci sono i professionisti dell’accoglienza che incolpano il proliferare delle affittanze private, dall’altro i proprietari di casa che si sentono “schiacciati” dalla concorrenza dei gruppi internazionali. Nonostante ciò, i posti letto turistico/ricettivi si sono ulteriormente moltiplicati ostentando la sicurezza che non solo “tutto tornerà come prima” ma che la domanda seguirà all’infinito l’offerta. Sarà sempre così?

Secondo i più recenti annunci immobiliari pare di no, dimostrando per la prima volta che “la coperta è corta” e che se qualcuno entra nel mercato qualcun altro deve per forza uscirne. Perché, di fronte ad una concorrenza così agguerrita, forse il gioco non vale più la candela.

A far riflettere sono i prezzi di vendita di decine di appartamenti che fino al 2019 fa non garantivano neppure un magazzino. Osservando le foto si intuisce la loro natura ex-ricettiva, leggendo gli annunci se ne ha la conferma, come un bilocale a San Stin “già inserito in circuito di affittanze turistiche”, 40 mq al piano rialzato, restauratissimo, a 155.000 euro; o un 52 mq “in ottime condizioni” a due passi dal ponte delle Guglie, “ideale come pied-a-terre” e offerto allo stesso prezzo. Poco sotto, un altro bilocale in zona Santo Stefano, arredato in stile veneziano, “30 mq, accesso esclusivo al piano rialzato, ristrutturato” è proposto a 148.000 euro. Per la stessa cifra ecco a San Stae un’unità simile, di metratura leggermente superiore ma “da restaurare” mentre a Murano ci si può accaparrare un 50 mq “abitabile con travi a vista e fosse settiche” per 145.000 euro.

Scendendo a 140.000 euro spunta in Campo de le Gate un “terzo piano di 50 mq con tetto e impianti da rifare” oppure, a scelta, tre piani rialzati tra i 30 e i 40 mq a San Polo, San Marco e Cannaregio. Per 135.000 euro è disponibile un “bilocale di 38 mq esente acqua alta” a Castello; per 130.000 un “bellissimo e restaurato pied-a-terre” di 30 mq a San Leonardo; per 129.000 euro due diversi “quadrilocali da ristrutturare” di 75 e 80 mq a Murano. Per 128.000 fa capolino un “35 mq completamente arredato” nei pressi dell’Arsenale; per 118.000 un monolocale “recentemente ristrutturato” a Santi Apostoli con travi a vista, “zona living/notte, angolo cottura e bagno”.
Ancora più sotto, un “piano rialzato di 35 mq” in una laterale di Via Garibaldi per 98.000 euro e un “quadrilocale di 75 mq da restaurare” a Murano per 95.000.

Nessuno dubita che “i turisti torneranno”, soprattutto con la “bella stagione”. Ma se il mercato è davvero “in espansione”, perché questi alloggi non sono già pronti ad accoglierli? Perché non si sono già fatti avanti la solita agenzia o il classico albergo in cerca di “dépendance”? Secondo le disposizioni del Comune, poi, l’adeguamento fognario diventa d’obbligo per le locazioni con codice identificativo posteriore al 15 febbraio 2020: una spesa non indifferente con la prospettiva di vedere il proprio investimento contendersi i clienti con “sweet home” a 66 euro, “hostel” a 52 euro e “guesthouse” a 45 euro a notte.

A confermare la “stanchezza” del mercato immobiliare c’è un’altra formula che sta imperversando nelle agenzie: quella della “comproprietà”, già diffusa nelle località montane ma ancora relativamente inedita a Venezia. Con 3.000 euro ci si garantisce l’uso esclusivo di un “monolocale con 4 posti letto a Santa Croce” nella prima settimana di settembre “in cui ha luogo sempre la regata storica e il festival del cinema”; con 4.000 euro di un “bilocale completamente arredato” nello stesso sestiere ma nella settimana successiva, con 4.500 un trilocale a Cannaregio “nella settimana 7 che corrisponde sempre al periodo di Carnevale”.

Salendo di prezzo si accede, invece, alla “comproprietà alberghiera” che include l’utilizzo a vita dei vari servizi della struttura come “hall, sala lettura, sala colazioni”. Per 12.000 e 13.000 euro ci sono due “prestigiosi monolocali/suite” a Santa Maria del Giglio “la prima” e “la seconda settimana di febbraio”; per 7.000 un “servizio semi-alberghiero” con “rifacimento della camera quotidiano” alla Fenice; per 6.000 euro ben DUE settimane l’anno in una “suite” alla Giudecca affacciata “direttamente sul canale”.

Annunci di questo tipo si moltiplicano ogni giorno, spesso accompagnati dalla dicitura di “sconto” e in alcuni casi di “vendita al ribasso”: un segnale non certo incoraggiante per l’”espansione del settore ricettivo” ma che fa piuttosto pensare al vecchio adagio “pochi, maledetti e subito”.

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2 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Ma in realtà i prezzi di vendita di bilocali,monolocali, pied a terre erano già da qualche anno in calo e che il mercato turistico fosse saturo lo sapevano già. Mi chiedo perché nonostante la presa visione di questi problemi né ava né il comune né qualcuno al governo si siano messi in moto per ridare vita alla città

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