Venezia: “Vado dal medico, ho bisogno di una ricetta. Intanto imparo una lingua, il mio medico è iraniano…”. Si tratta di un dialogo ipotetico tra veneziani che potrebbe però diventare realistico tra qualche mese. La “chiamata” dell’Ulss 3 Serenissima per colmare la carenza di medici di base nel centro storico lagunare ha ricevuto, infatti, molte risposte da professionisti di tutto il mondo. Forse più di quello che si potesse immaginare.
Sono ben 254 i medici, metà dei quali già residenti in Italia, ad aver risposto. Tra i candidati, spiccano 62 medici provenienti dall’Iran, con la maggior parte di essi donne. Molte di queste donne iraniane hanno confidato telefonicamente all’azienda sanitaria di aver desiderio di voler fuggire dal proprio Paese. Una di loro ha scritto: “Lavoro da 3 anni come medico in Iran, parlo fluentemente inglese. Amo Venezia”. Un altro medico ha aggiunto: “Sono una specialista da 5 anni e professoressa universitaria. La mia esperienza potrebbe essere preziosa per il lavoro da voi”.
Ma l’appello ha attratto anche molti altri professionisti da tutto il mondo. Dal Sud America, 29 medici hanno manifestato il loro interesse, tra cui due coppie di coniugi disposti a trasferirsi insieme a Venezia. Anche un vietnamita, un egiziano e numerosi medici italiani “cervelli in fuga” hanno partecipato alla selezione, desiderosi di tornare in patria.
L’Ulss 3 è già al lavoro, il processo di selezione è già in corso. Sarebbero undici i candidati già giudicati idonei e inseriti in una graduatoria in fase di aggiornamento. Entro il 2023 è prevista l’assunzione provvisoria di tre medici di medicina generale, probabilmente a settembre. Altri sette saranno invece inseriti nel 2025, per coprire i vuoti lasciati dai pensionamenti che verranno.
Tuttavia, il direttore generale dell’azienda, Edgardo Contato, ha sottolineato che molti dei profili sono ancora in fase di valutazione, essendo la stessa molto “attenta”. L’azienda sanitaria, infatti, richiede documentazione approfondita. Alcune candidature sono già state messe da parte a causa di problemi linguistici o normativi invalicabili.
Il successo inaspettato della campagna di reclutamento ha sollevato domande sulle ragioni della sua vasta diffusione, anche se il direttore generale ha fatto notare che l’appello era stato pubblicato persino sul Times di Londra, suggerendo una possibile eco di risonanza mediatica mondiale.
I medici provenienti dal Medio Oriente si sono dimostrati disposti a trasferire l’intera famiglia a Venezia, e lo stesso vale per i professionisti sudamericani. “Siamo medico di cura e con mia moglie, medico anche lei, siamo disponibili a venire in Italia”, ha scritto un venezuelano. Mentre due coniugi argentini, entrambi medici, stanno preparando i documenti per il riconoscimento del titolo e la cittadinanza italiana, dimostrando un grande impegno nel voler fare la differenza.
L’azienda sanitaria ha assicurato che anche i profili idonei non selezionati non andranno persi, ma verranno considerati per coprire altre zone dell’azienda o proporre ruoli in specialità carenti, condividendo il bacino di professionisti con altre aziende sanitarie bisognose.
L’ULS ha case ovunque, in città, quasi tutte malmesse, ma se volessero, potrebbero restaurarle e darle a medici volonterosi.
Peca’ che no i sia destinai al Pronto Soccorso, un appartamento a S. Margherita o in F.dm dei Ormesini, Campo Bella Vienna e S. Giacomo dell’Orio, saria sta’ benon, case aria e sol e na bela visual. Qua’ i magnava e i beveva e par dormir i ‘ndava a S. Francesco del Deserto.