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Scomparso Lino Cazzavillan, l’inarrestabile imprenditore veneziano

Addio all'albergatore veneziano, il suo impero immobiliare a San Marco

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Lino Cazzavillan è morto oggi, 3 gennaio 2023.
Aveva compiuto 92 anni ad ottobre ed era uno dei maggiori imprenditori veneziani: sua la proprietà e la gestione di diverse attività, alberghi e locali, nel centro storico lagunare e perlopiù a San Marco.
Cazzavillan non era però solo un albergatore, ma una figura di riferimento per la città e l’economia veneziana. Ha sostenuto, negli anni, campagne a difesa di Venezia, come quella per tutelare cittadini e attività dal fenomeno dell’acqua alta.

Era un uomo dedito al lavoro e innamorato di Venezia, che si era “fatto da solo”, lavorando sodo fino a costruire un piccolo impero, tutto in zona marciana.
Inarrestabile, tanto che un paio d’anni fa, a novant’anni già compiuti, Cazzavillan si occupava ancora delle attività e dei dipendenti.
Un carattere determinato e battagliero, a tratti burbero, ma sempre molto diretto. Uno di quei veneziani che “non le mandano a dire”, autore di campagne e ricorsi, orgoglioso della venezianità nelle sue strutture.

Tra i tanti episodi per cui viene ricordato, lo scontro con l’allora sindaco di Venezia Giorgio Orsoni per la vendita dell’ex Pilsen (oggi negozio Zara) alla società di Piero Coin.
Cazzavillan veniva spesso sentito dai giornalisti come voce critica di quanto accadeva in città, per le categoria degli albergatori e non solo.
E’ stato presidente della Marciana Finanziaria e della Mobiliare veneta, per tutti un grande lavoratore. Otto anni fa aveva vissuto l’enorme dolore per la morte del figlio Guido, docente di Ca’ Foscari con un futuro da rettore, considerato uno dei massimi esperti mondiali di Macroeconomia. Per onorarne la memoria, Cazzavillan aveva istituito due borse di studio a suo nome, a Ca’ Foscari. L’aula magna di San Giobbe è oggi intitolata a Guido.

Tornando al Cazzavillan imprenditore, lo scorso marzo era rientrato in possesso dell’hotel Bella Venezia. Suo anche l’hotel Cavalletto in bacino Orseolo, sempre a San Marco, il Rialto, il Royal, il San Marco e il San Marco Palace, l’Ambassador Tre rose e il Torre dell’orologio Suites.
Aveva anche gestito locali, come l’Eden e l’American Bar sotto le Procuratie Nuove e l’Orologio, il ristorante dietro la piazza, al vicino ponte dei Dai, il “San Marco” e il ristorante alla Colomba, tra la Frezzeria e l’ex cinema Centrale. Quest’ultimo era uno storico ritrovo di molti artisti a Venezia.

Un grande patrimonio immobiliare, una fortuna che nasce grazie al duro lavoro e ad investimenti azzeccati, ma anche grazie a qualche vincita al Totocalcio, di cui era un appassionato. Non a caso il suo ex locale in piazza San Marco si chiama Totobar.
Un imprenditore attento, tanto che a giugno 2020, nell’estate che ha seguito la prima ondata covid, a differenza di molti suoi colleghi, non voleva saperne di riaprire bottega. Di tentare la sorte, aveva spiegato, non ci pensava proprio. Locali ed hotel chiusi, mentre altri tentavano più o meno timide riaperture. Il rischio, diceva, era quello di non riaprire fino al 2021, con 167 dipendenti in cassa integrazione.
Cazzavillan ci aveva visto giusto, infatti molti locali che riaprirono in quel periodo furono poi costretti a richiudere per l’assenza di turismo. “Deve muoversi il mercato – aveva spiegato – deve tornare la la domanda che oggi non esiste”. Pessimista, ma anche realista: “Chi ha la possibilità di spendere qualcosa oggi non lo fa perché è preoccupato del futuro”.

Un ricordo dell’imprenditore veneziano, su Facebook, lo esprime l’amico Luca Segalin, oggi nel consiglio direttivo di Confedilizia: “Con Lino Cazzavillan Venezia perde un grande personaggio, talvolta spigoloso e polemico con i suoi interlocutori, legato al mondo imprenditoriale del settore alberghiero. Amico di famiglia, compagno di gare ciclistiche in gioventù di mio papà, è stato anche un mio cliente. Tra me e lui, ultimamente, non si parlava più di lavoro, ma di ricordi sportivi , di calcio, di ciclismo di cui era, oltre che profondo conoscitore, anche un tenace appassionato. Abbiamo condiviso tanti momenti insieme all’Harry’s Bar, talvolta anche in modo goliardico, insieme a tanti amici, mio padre compreso, che lo hanno preceduto in quest’ultimo viaggio.
Caro Lino, ora che hai concluso la tua operosa e laboriosa esistenza, riposa in pace insieme a tuo figlio Guido. Sentite condoglianze alla famiglia, in particolare alla figlia Paola”.

G.P.

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  1. Caro Lino, mi dispiace davvero, ora vorrò vedere quanti diranno di eserti stato amico, mentre so perfettamente quanto ti erano ostili e che cosa ti dicevano dietro le spalle. Ma non devi preoccuparti, vedrai che presto molti ti verrano a farti compagnia. Che la terra ti sia lieve. Shylock

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