Sull’eco degli scontri avvenuti in mattinata a Torino si accende la miccia di Venezia. Ieri a Venezia, nel cuore di piazzale Roma, famiglie, giovani e anziani in attesa degli autobus per tornare a casa si sono visti scoppiare una guerra davanti, di cui nessuno conosceva il motivo. (Il video qui sotto è uno dei molti della rete che testimonia parte degli scontri).
Gente in fuga, urla, fumo. Ponte di Calatrava chiuso al passaggio, Piazzale Roma chiuso al traffico con autobus deviati al Tronchetto per due ore. Il bilancio finale è quello di una vera guerra : un arrestato, un fermato, 10 agenti contusi, tra cui un funzionario della Digos colpito al volto da un sasso e 7 giovani dei centri sociali feriti.
Quello che ha acceso la scintilla in una polveriera è stata la coincidenza tra due gruppi antagonisti in piazzale della stazione. Negli stessi attimi si sono radunati per una doppia manifestazione (ognuna contraria all’altra) Forza Nuova e Centri sociali.
Il movimento dell’estrema destra ha chiamato a raccolta i propri militanti da tutto il Veneto a sostegno della «famiglia tradizionale», contro gli investimenti del Comune in corsi per insegnanti sulla differenza di genere e, soprattutto, contro la proposta della delegata del sindaco ai diritti di cittadinanza, Camilla Seibezzi, di sostituire dai moduli comunali le parole «madre» e «padre» con «genitore». I centri sociali del Nordest hanno subito organizzato un contro-presidio in stazione alle 15.
I No global sono arrivati in piazzale Roma però hanno trovato il ponte della Costituzione blindato da agenti di polizia in assetto antisommossa a formare un cordone per tenere divise le due fazioni. «Il ponte è un pezzo della nostra città, lasciateci passare – ha gridato Tommaso Cacciari, portavoce del movimento veneziano – toglietevi il casco, stiamo difendendo i valori della Costituzione».
Circa 200 manifestanti (alcuni con i caschi) hanno provato a sfondare e le forze dell’ordine hanno risposto con una carica e con lancio di lacrimogeni. I ragazzi dei centri sociali hanno indietreggiato e, nella fuga, hanno preso di mira i cantieri del tram. Recinzioni sono state divelte, mentre da terra si raccoglievano i blocchetti di porfido e si lanciavano contro gli agenti.
I manifestanti si sono dispersi nei giardini cercando poi di raggiungere il piazzale della stazione dalla fondamenta opposta di San Simeon, e qui sono scoppiati altri scontri. La polizia ha caricato nuovamente e i centri sociali hanno ripiegato in campo Santa Margherita sempre lanciando sassi ed ogni cosa capitava a tiro.
Il bilancio degli scontri è stato pesante. Uno studente veneziano è stato fermato, un 27enne di nazionalità ceca, Lukas Camelar, non conosciuto dai militanti dei centri sociali, è stato invece arrestato in flagranza di reato per resistenza a pubblico ufficiale, lancio di bombe carta e lesioni in concorso. Il bilancio dei centri sociali parla di tre ragazzi con ustioni sul corpo da lacrimogeni, 4 con ferite al capo e al naso. Il bilancio della polizia parla di 10 agenti finiti in ospedale con ferite guaribili in 6 giorni provocate da pietre di rimbalzo o escoriazioni nel contrasto e ustioni per le bombe carte scoppiate sui piedi e sulle mani. Più seria la condizione del funzionario della Digos, che ha una ferita in testa con 4 punti di sutura, guaribile in 8 giorni.
Paolo Pradolin
[15/12/2013]
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Metteteli dentro , questa gente serve solo a fare disastri