Cosa le ha colpito di Marco Mengoni per decidere di dedicargli un libro così attento ed efficace?
L’aspetto più accattivante della carriera di Mengoni è il percorso artistico e personale che ha compiuto per arrivare ad essere uno degli artisti di maggior successo del nuovo pop italiano. Un percorso affatto scontato e lineare, durante il quale ha dovuto lavorare per smarcarsi dall’eccesso di popolarità legato alla sua partecipazione a X Factor e ricercare una dimensione artistica in cui indirizzare il proprio talento.
Se potesse descrivere il suo libro con delle frasi tratte da dei brani di Mengoni, quali sarebbero?
Userei un pout-pourri di versi che in qualche modo esprimono l’attitudine alla sfida e al cambiamento di Marco Mengoni:
“Sono un re matto, cambio spesso regole, non perdo mai. Quello che c’è fuori e dentro di me non lo voglio perdere. Scivolerò, mi innalzerò, cercherò ali. Correrò nell’arena. Cosa ne sanno di me? Nessuno mi prenderà, nessuno mai capirà, mi prendo quello che c’è. Nessuno mi fermerà. Devo correre, solo correre.
Non so più qual è il mio posto. Vado via, ora e per sempre. Penserò di più a me stesso. Mentre il mondo cade a pezzi compongo nuovi spazi e desideri, mi allontano dagli eccessi e dalle cattive abitudini. E sì, in fondo sono così, non riesco a dire sempre di sì. Preferisco bruciarmi da solo. Grazie per avermi fatto male, non lo dimenticherò. Io riparto, solo controvento ricomincerò, sarò pronto a correre per me. La vita non ascolta, lancia tu la sfida e vai”.
Qual è stato il percorso che le ha permesso di raccogliere tutte le informazioni?
Il libro racconta la carriera di Marco Mengoni dalla sua partecipazione ad X Factor alla pubblicazione di Incomparable, la versione in spagnolo di L’essenziale. Questo percorso è stato ricostruito seguendo le dichiarazioni che Mengoni ha espresso attraverso giornali, radio, televisioni e social network ed è stato poi intrecciato con la sua produzione musicale, dalle sue interpretazioni ad X Factor a Prontoacorrere.
La carriera di Mengoni è un viaggio, ha costruito il suo libro proprio con questa parola in mente?
L’idea di usare la parola “viaggio” nel titolo del libro è stata ispirata da due pubblicazioni di Mengoni: il cofanetto Prontoacorrere – Il viaggio e l’ebook Prontoacorrere – Il mio viaggio. Ma mentre questi due titoli si riferiscono e intendono documentare il viaggio breve e intenso che Mengoni ha compiuto a partire dal Sanremo 2013, con “In viaggio” ho voluto dilatare dinamicamente il tema del “viaggio” dagli esordi della sua carriera ad oggi, proprio perché il suo percorso artistico e personale ha la fisionomia di un viaggio che è ora nel pieno del suo svolgimento e che non sembra essere giunto a compimento.
Qual è l’elemento estetico che più l’affascina nei brani e nella voce di Mengoni?
La duttilità del talento vocale di Mengoni. Ha pochissimi limiti. Ma se la mancanza di limiti da una parte può essere un grande vantaggio, dall’altra può rappresentare un ostacolo nella ricerca di una propria via artistica, perché la rende meno obbligata e, quindi, potenzialmente più complessa.
Cosa ne pensa lei delle scelte operate da Marco dopo l’uscita di Solo 2.0? E crede che senza X Factor il suo talento sarebbe emerso in ogni caso?
Non è possibile dire se senza X Factor Mengoni sarebbe emerso comunque. Forse più no che si. Ma soltanto perché questa incertezza riguarda tutta l’enorme schiera di musicisti, artisti e cantanti che non prendono parte ai talent show.
Per quanto riguarda il percorso compiuto da Marco dopo Solo 2.0, questo rappresenta il momento più importante della sua carriera. E non solo per la qualità musicale e per il successo raggiunti, ma perché ha dimostrato compiutamente a se stesso di poter cambiare e vincere seguendo le proprie convinzioni.
Sara Prian
[27/06/2014]
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Ringrazio Sara Prian di avermi dato l’opportunità col suo articolo/intervista di scrivere una mia “controrecensione”. In verità, concordo su quasi tutto, ma mi piaceva porre l’attenzione su alcuni aspetti.
Credo che nell’articolo si possa scorgere molto di Marco e del suo percorso artistico, anche se forse mi trovo meno d’accordo su qualche passaggio tipo “La stravaganza che ha mostrato ai tempi di Credimi ancora, viene sostituita, come racconta l’autore del libro, da un’ estrema sobrietà nel Sanremo che poi lo vedrà vincitore. Non più maschera, ma solo la sua musica, le sue parole, non più personaggio, ma persona.” Il fatto è che la sua “stravaganza” è il suo modo di essere, quello che lo rende davvero originale (al di là della sua vocalità e presenza scenica che sono sempre e comunque presenti). La sobrietà sanremese forse era necessaria per quella vetrina, anche se io restai fulminata proprio dal suo Sanremo del 2010: lì sì che l’ecletticità e la sua vena di “follia” erano mostrati senza filtri e ne potevi restare stordito, come è successo a me. Non era maschera, era Marco. Quel Marco che io aspetto torni, la sana folle genialità è qualcosa che si ha dentro e lui per me la possiede (l’ha solo messa in stand by). Il prodotto #Prontoacorrere gli ha aperto quella strada che meritava gli fosse aperta, anzi spalancata. Aspetto i prossimi lavori, credo che nelle sue corde ci sia molto molto altro e molta molta sperimentazione, cosa che ha già dimostrato col disco precedente e che io ho trovato molto più consono al suo essere artista.