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Aumenti gas e energia preoccupano l’UE. Rischio altri rincari

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Aumenti gas e energia: volano i prezzi di gas e petrolio.
Si tratta dell’ennesima fiammata dei prezzi di petrolio e gas.
E i rischi di uno shock energetico e di un surriscaldamento dell’inflazione, sull’onda lunga di rincari fuori controllo, sono finiti sul tavolo dell’Eurogruppo nel tentativo di trovare soluzioni condivise “e acquisti coordinati” di fonti energetiche a livello comunitario, accanto a una revisione del funzionamento dei mercati europei del gas e dell’elettricita.
Per il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, la proposta operativa della Commissione Ue arriverà “sicuramente a ottobre” e “l’importante è assicurare coordinamento tra i diversi Paesi, rispondere ai problemi posti soprattutto per le famiglie più vulnerabili e le Pmi, e farlo con misure mirate e temporanee e che non possano contraddire la strada verso la tradizione climatica”.

Ma la strada appare tutta in salita con Parigi che vuole scommettere tutto sul nucleare, Berlino che si sfila di fatto dal dibattito puntando sul principio di ‘autoregolamentazione’ del mercato, mentre Madrid – appoggiata da Roma e Lisbona – ha proposto una piattaforma Ue per l’acquisto congiunto di gas.
Al mercato di New York le quotazioni del greggio Wti sono schizzate ai massimi dal 2014 avvicinandosi agli 80 dollari al barile.
Una soglia già superata dal Brent che ha toccato quota 82 dollari, mentre il gas continua la sua corsa con un rialzo del 6,5%.
A cascata, i listini alla pompa di benzina, gasolio e Gpl vengono ritoccati al rialzo e la pressione sui prezzi potrebbe salire ancora dopo che l’Opec ha deluso le aspettative del mercato decidendo di non aprire più di tanto i rubinetti.

Al vertice di lunedì, i Paesi esportatori del Cartello insieme alla Russia hanno preferito restare cauti e si sono limitati a confermare il previsto piano di “aumenti graduali” della produzione fissando un incremento di 400.000 barili al giorno per novembre.
Una mossa che potrebbe rivelarsi un boomerang e tra gli economisti c’è chi paventa che un prezzo sostenuto del petrolio sugli 80 dollari al barile possa minare la ripresa dell’economia globale, e ingenerare una reazione avversa sulla crescita economica post-pandemia. Per Bruxelles l’emergenza energetica va affrontata insieme.
Tra le ipotesi più gettonate, quella di sfruttare il peso negoziale Ue (sull’esempio di quanto avvenuto per l’acquisto dei vaccini) e fare fronte a questi shock attraverso, ad esempio, lo stoccaggio di scorte comuni o acquisti concordati.

>> vedi anche: Aumenti sulle bollette, ecco i rincari: luce +29,8% , gas +14,4%

“Tra gli elementi che si possono discutere” per contrastare l’impennata dei prezzi dell’energia , ha puntualizzato Gentiloni ,”c’è anche quello di un procurement, però non è la stessa cosa che acquistare i vaccini”.
La proposta più articolata per ora è quella della piattaforma unica Ue per i contratti del gas naturale, vendite straordinarie di quote di emissioni per creare un fondo di copertura europeo contro il caro bollette e mano libera agli interventi degli Stati: Grecia, Polonia e Spagna la presenteranno in tre diversi documenti mercoledì al Consiglio ambiente.
Madrid, oltre ai contratti unificati, chiede anche la riforma del mercato Ue dell’elettricità e misure per impedire le speculazioni nell’Ets.


 

Fuori dal coro, invece, la scommessa della Francia sul nucleare. “Crediamo fortemente che la produzione nucleare sia una delle risposte chiave” all’impennata dei prezzi dell’energia e al cambiamento climatico ha detto il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire avvertendo che “l’aumento dei prezzi dell’energia sarà a lungo termine a causa della transizione ambientale”.
Parigi auspica anche una revisione del mercato energetico Ue, un disallineamento dei prezzi di gas ed elettricità e vuole che la Ue diversifichi le sue fonti di approvvigionamento energetico. “Non vogliamo dipendere dalle forniture provenienti dall’estero” ha spiegato Le Maire chiedendo di ridurre la dipendenza da Paesi esportatori di gas.
Prima su tutte la Russia.
Un punto delicato soprattutto per la Germania, alle prese con la controversa certificazione del gasdotto Nord Stream 2.

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