Ormai siamo talmente dipendenti dalla tecnologia che una semplice avaria sulla messaggistica di WhatsApp che non funziona provoca a noi un inizio di burn out.
WhatsApp ieri è stato guasto (fuori uso) per circa 4 ore ed è stato panico per molti: chi si chiedeva se qualche superpotenza avesse sabotato ripetitori e server, chi scuoteva lo smartphone pensando che fosse il proprio a non funzionare, chi si è precipitato nei negozi per chiedere spiegazioni. Poi, fortunatamente, tutto è tornato alla normalità.
Quattro ore e mezzo di blackout e già qualcuno ipotizzava radicali cambiamenti imposti dal nuovo proprietario Mark Zuckerberg che aveva rilevato la società per 19 miliardi di dollari solo qualche ora prima.
La realtà invece veniva spiegata da una comunicazione di servizio: «Spiacenti abbiamo problemi di server, speriamo di recuperare presto»: così era scritto sul profilo Twitter della app, che ha smesso di funzionare alle 19.20, ora italiana.
WhatsApp ha 450 milioni di utenti attivi al mese ed è la chat più popolare al mondo, con un ritmo di crescita di un milione di nuovi iscritti ogni 24 ore. Forse il servizio più popolare in questo momento, ma c’è anche chi indugia nella tesi complottista: i server potrebbero esser stati oggetto di un attacco informatico da parte di pirati che individuano Mark Zuckerberg come un nemico. Ma sono solo voci…
o no?
Paolo Pradolin
[23/02/2014]
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