Voce del verbo di oggi:
Parlare 2 Prima coniugazione – Modo infinito
E’ arrivata fra noi, la Parola detta, scritta, pensata. Si è accomodata sui nostri cuori, ben sapendo che la testa, il pensiero, le emozioni avrebbero sorretto la forza della poesia, della narrazione. E ci darà pace e ci darà emozione, ci darà dolore. E si farà cosa, passando di mano in mano, emanando i suoi messaggi magici e le sue suggestioni.
La parola sofferta, la scrittura che restituisce i ricordi, li piega, li lenisce, li conforma al nostro essere oggi persone attente alle lettere dell’alfabeto trasferite sulle pagine di un libro.
Rieccomi a parlare, a provare a dire, a raccontare il posto della parola che va, che si posa, che si ferma, che ci chiama.
Ancora parlare, verbo in are come Poetare, pensare, dire in versi la condizione dell’anima e offrirla agli occhi che leggono o ascoltano.
La parola si occupa della verità? Domanda accorata che domina ogni tentativo di fuga, che ammonisce l’idea del naufragio di senso quando la verità è raggirata dal suo stesso mezzo espressivo. Parlare per sovrastare, per convincere, parlare per condannare, ferire, ammonire, parlare con lingua tagliente, mettere all’angolo la vittima della parola.
Eppure sa essere fragile e delicata, pronunciata sommessamente, meditata prima di essere pronunciata, disarmata, conciliante e gentile.
La parola poeta, meravigliata, scarpe comode per i nostri passi incerti. La parola di pane croccante, profumato, la parola che accudisce e immobile difende, sentinella fedele, lo spazio della mente che l’accoglie.
Andreina Corso