Una Mostra per riallacciare i fili del trascorrere del tempo. Un mondo fatto di fotografie che richiamano al ricordo della madre, vissuto in un primo giorno inaugurale permeato di poesia, di musica e sguardi incantati su quelle immagini che hanno attraversato un secolo.
Viva la Mamma questo il titolo della Mostra fotografica che racconta cento anni di costume italiano. Nel salone accanto alla Biblioteca, tanti volti ci osservano dalle pareti e ci richiamano alle radici del nostro e altrui sentire che hanno la forza di creare interrogativi sommersi, di far conoscere e pensare il variegato cammino della vita umana. Con la sua complessità e persino con le sue contraddizioni.
L’Antica Scuola dei Battuti, i suoi ospiti, i legami con la propria storia, accanto e insieme alle tracce della vita trascorsa fra memoria e oblio. Il luogo, la Residenza che accoglie le persone anziane cercando di rispondere ai loro bisogni, di accompagnare il tempo, di dare un senso al “permanere”accanto alla vita stessa, che pur c’è, esiste nonostante le prove cui è sottoposta che talvolta riguarda quell’ambito che la geriatria definisce “non autosufficienza”.
Se esistere, è come ci insegnano i filosofi, “essere percepiti”, questa occasione culturale ed umana applica appieno l’enunciato. Le poesie lette dagli ospiti, le loro poesie, le loro voci, hanno raccontato una parte ancora non sufficientemente conosciuta sulle risorse della vita anziana, che meritano di essere conosciute, valorizzate.
Il Servizio Educativo, attraverso le persone che si occupano di animazione, agli infermieri, alle famiglie, ai volontari, ha voluto insistere con ragione e professionalità sul legame tra genitori e figli. Un patto inesauribile d’amore che sovrasta e annulla le difficoltà di ogni vita e si mostra come un fiore che sa sbocciare per sempre, in ogni mente e in ogni pulsare del cuore, nonostante gli anni e la precarietà dello stato di salute.
La fotografia ha reso possibile questa aspirazione, ha arricchito e nutrito gli sforzi degli operatori che vivono accanto agli ospiti e che con intelligenza e generosità hanno saputo e voluto restituire un pezzo prezioso di storia comune. La madre, al centro del ragionamento, spiega da sola il viaggio interiore del ricordo. Un messaggio limpido, rispettoso della dignità umana, dove il sentimento vive senza sentimentalismi. Si basta.
La Mostra, in via Spalti a Mestre è aperta al pubblico ancora per un mese: 10.00- 12.45;
15.00 – 18.45, per consentire alla città “altra” di approdare e conoscere, per partecipare e confrontarsi attraverso immagini significative e ricche di suggestioni, con la propria storia .
Andreina Corso
[15/05/2014]
Riproduzione vietata
ho visitato la Mostra e l’ho trovata molto interessante e commovente. sarebbe bello che fossimo in tanti a visitarla, anche per frequentare la casa di riposo e magari salutare qualcuno di loro, scambiare due chiacchiere. Dario