Dopo l’ordinanza del Comune di Verona, che vieta a chiunque di dar da mangiare ai vagabondi della città, pena 25 fino ad un massimo di 500 euro, le polemiche non sono tardate ad arrivare.
A scagliarsi contro il leghista Tosi, sono state in particolare le associazioni assistenziali che si occupano dei poveri ed affamati del centro storico. ‘’ Il sindaco ha fatto quello che riteneva giusto fare, ma vorremmo capire meglio e per questo ho chiesto un incontro’’ afferma Marco Tezza, presidente della Ronda della Carità, l’organizzazione notturna che si occupa proprio di sfamare chi è meno fortunato.
Tosi dal canto suo si è difeso così: ‘’Il problema sta diventando insostenibile. Le critiche? Ne prendo atto, ma chi parla non ha probabilmente presente la questione. Non abbiamo vietato di portare da mangiare agli indigenti tout court: l’ordinanza lo vieta semplicemente in una determinata area’’.
La zona in questione è quella vicino a Piazza delle Erbe, cuore della città, dove il numero di clochard è sempre maggiore. Secondo l’ordinanza comunale, ‘’i bivacchi hanno creato un crescente pericolo igienico-sanitario… come documentato dalle relazioni della polizia municipale e da numerose segnalazioni di residenti e turisti…’’.
Tezza ha risposto così: ‘’Se ci sono problemi di igiene e di ordine pubblico allora si fa un presidio, si aumentano i controlli. Multare chi porta cibo non risolverà il problema. Se i barboni decidono di stare lì ci staranno. Con o senza di noi’’.
A sorprendere invece, l’appoggio di Monsignor Giuliano Ceschi, direttore della Caritas diocesana, al sindaco veronese: ‘’Se ha fatto quell’ordinanza avrà avuto le sue ragioni…’’, mentre Pd e Movimento 5 stelle accusano il primo cittadino di far campagna elettorale.
Redazione
[24/04/2014]
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Disarmante e penosa la minaccia di Tosi. Farebbe meglio ad interrogarsi sulle origini della povertà e ad apprezzare le persone che danno cibo a chi non ce l’ha. Si turba la piazza? Pazienza. Vorrà dire che la gente che sta mangiando il gelato o beve l’aperitivo sarà disturbata da “quelle visioni “così distanti dalla sua vita. In quanto non appartenenti alla vita altrui.
Ricordo lo stupore della gente quando si sono chiusi i manicomi a Venezia, ecco si sono accorti tutti finalmente che queste persone esistevano, che potevano girare per strada. C’è chi le preferiva chiuse e non le vedeva. C’è chi ha preso coscienza… per favore…