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VENEZIA: NAPOLITANO ALLA PARTIGIANA RESTAURATA

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E' stata finalmente restituita alla città  la statua intitolata "Alla Partigiana" simbolo semi-sommerso che, nella sua fragilità  strutturale, ci ricorda i valori, storici e non, di una Resistenza che rappresenta il prezzo pagato alla democrazia.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha accolto l’invito del sindaco di Venezia a partecipare alla cerimonia resa significativa, oltre che per la presenza delle autorità , da quella di una trentina di partigiane provenienti da tutte le province del Veneto.

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Il monumento alla Partigiana, opera di Carlo Scarpa con statua di Augusto Murer, giace sulla riva ai Giardini di Castello è stata restaurata dall' Impresa Cattellan sotto la supervisione dei tecnici del Comune.
Un restauto particolarmente difficile per il ripristino del meccanismo di sollevamento del cassone sul quale è posata la statua. Il galleggiamento è infatti caratteristica peculiare e indispensabile del monumento, cui conferisce insieme movimento e staticità . Purtroppo, la tecnologia dell’epoca, il moto ondoso, e un’alta marea eccezionale avevano privato il monumento di questa sua caratteristica.

Il basamento in cemento armato originariamente sosteneva la statua in ceramica di Leoncillo, la prima dedicata dal Comune alla Partigiana, distrutta da un attentato neofascista nel 1961 (i frammenti della statua, che si credevano perduti, sono stati fortunosamente ritrovati due anni fa e sono ora in attesa di ricomposizione) e dell’area verde circostante.
Oggi, infine, la restituzione alla città  del monumento, un’opera d’arte importante e, contemporaneamente, un richiamo ai forti principi sociali e civili sui quali si basa la nostra democrazia: un richiamo ben avvertito dalla città , che ne ha fatto – assieme alla vicina lapide dei Sette Martiri – un luogo di riferimento per le manifestazioni del 25 Aprile e di ogni altra occasione di testimonianza dei valori della Resistenza e della Costituzione.
 

nota storico-tecnica

In seguito alla distruzione della scultura "La Partigiana" di Leoncillo ai Giardini di Castello, provocata da un attentato nel 1961, Augusto Murer vinse nel 1964 il concorso per la realizzazione di una nuova statua, con un’opera in bronzo.
Nello stesso anno venne affidato a Carlo Scarpa l’inserimento della scultura nel contesto dei Giardini.
Scarpa configurò un luogo di meditazione, capace di instaurare una relazione di pathos con l’opera: la soluzione fu quella di un cassone galleggiante in ferro-cemento con la superficie superiore in lastre di rame su cui appoggia la statua, in modo da farla apparire quasi adagiata sul pelo dell’acqua e renderla partecipe al suo movimento.
Dalla riva, i pilastri sormontati da testate in pietra d’Istria, di altezza diversa e degradanti, suggeriscono la pianta della città  e costringono in situ la piattaforma galleggiante.
Scarpa commentò: "L’idea è molto semplice: questo bronzo parteciperà  delle vicende dell’elemento vivo della città , l’acqua. L’alta e la bassa marea, il movimento continuo dell’acqua favoriranno punti di vista molteplici, sempre nuovi, e naturali".

Paolo Pradolin

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