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Vasco Rossi, un uomo normale con le sue fragilità 

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Vasco Rossi, 59 anni, originario di Zocca (Modena), un Diploma in Ragioneria, e una Laurea honoris causa in Scienze delle comunicazioni allo IULM di MIlano, notissimo cantautore italiano che ha all'attivo 25 album e 150 canzoni, una vita sregolata, ha confessato recentemente che da dieci anni assume quotidianamente psicofarmaci (antidepressivi e ansiolitici) per combattere il male di vivere, cioè la depressione. Famosa, a questo riguardo, la sua canzone “Valium” che è il nome di un psicofarmaco, o, quelle più recenti: “Vivere non è facile”, ” Vivere o niente”.


Vasco Rossi, che nel passato era stato accusato di fare uso di droga e di alcool, ora ci è più simpatico e più vicino per le sue fragilità . Non è l'uomo arrivato, potente, e distante che disdegna il rapporto con i suoi fan.
E' un uomo normale con le sue debolezze ( ha pagato con 22 giorni di carcere a Pesaro il consumo di droga) e che ha sofferto il male oscuro come lo chiamerebbe lo scrittore e medico Giuseppe Berto che ha scritto un omonimo libro.

La star Vasco Rossi depresso? Anche se molti sorrideranno, occorre ricordare che ci sono stati e ci sono tuttora depressi illustri in Italia. Da Montanelli a V. Gassman, da Milva a Oriella Dorella; da Sandra Mondaini a Roberto Gervaso; da Pietro Citati ad Andrea Zanzotto; da Ornella Vanoni a Geno Pampaloni, da Vincenzo Consolo a Valeria Moriconi; ecc. Ce ne sono tantissimi di depressi, ma citiamo solo questi famosi per avere un'idea del fenomeno.
In Italia sono oltre 5 milioni di depressi (ma il numero è in difetto) che soffrono del “male di vivere”, come peraltro confermano i tentativi di suicidio e intenzioni suicidarie, i disturbi della personalità  o di tipo ansioso e maniaco-depressivo che riscontriamo quotidianamente nei diversi ambienti della nostra società .

Il fenomeno, purtroppo, è in aumento, e tale sofferenza mentale non viene sempre colta (spesso inizia in età  infantile) e, anzi, viene nascosta e non curata per vergogna.
Guardiamo i giovani: sono diversi rispetto alle generazioni precedenti: essi, avvicinandosi all'età  adulta, affrontano diverse nuove sfide e pressioni sociali in una società  post-moderna e post-industriale in cui prevalgono i valori dell'avere, e non già  quelli dell'essere. E alcuni giovani vivono con difficoltà  questa fase di transizione.

Lo stress da competizione, i ritmi di crescita accellerati, la solitudine, gli ambienti relazionali più complessi, le minori occasioni di gioco e lo sfogo dell'aggressività  sono tutti sintomi che intaccano la vita quotidiana dei giovani con possibili ripercussioni sulla salute mentale, compromettendo la capacità  di inserirsi nella società  e sul lavoro, di mantenere relazioni stabili, e di provvedere a se stessi e ai propri famigliari. Senza contare i problemi familiari che compromettono l'autostima o fanno sentire non amati i giovani. Un lutto non risolto, sia esso relativo alla morte di una persona cara, alla perdita di un amico o alla fine di una storia d'amore, sono fattori aggiuntivi.

Il male oscuro – come lo definì lo scrittore veneto Giuseppe Berto nel suo libro omonimo (uscito nel 1964) – nell'adolescenza può spesso manifestarsi con sintomi non tipici o mascherati. Ad esempio, l'abuso d'alcool e droghe leggere spesso va di pari passo con la depressione giovanile e ne peggiora l'esito. Si possono presentare problemi di concentrazione, così come irrequietezza ed iperattività . Mentre le sostanze di più pesante azione, dalla cocaina all’eroina fino alle nuove droghe, arrivano a squilibrare l’assetto psicologico dell’individuo, oltre che a poter slatentizzare disturbi psichici molto gravi.
Alcuni disturbi possono essere apparentemente mascherati dall’uso di sostanze, da generici aspetti di modalità  di vita bizzarri, o di stramberie, e quindi accettati come tali, mentre in realtà  i periodi di apatia, euforia, comportamento disorganizzato sono già  i sintomi di una patologia in atto. Gli adolescenti depressi possono manifestare atteggiamenti antisociali come ostilità , aggressività  e comportamenti spericolati oltre a sfidare le regole e l'autorità .

La depressione può anche presentarsi in forma “mascherata” da problemi fisici o da altre condizioni in apparenza completamente non attinenti. Tra questi vanno citati i disordini alimentari come l'anoressia nervosa (grave rifiuto del cibo) e/o bulimia (abbuffate seguite talvolta da vomito procurato). Alcuni soggetti depressi possono sentirsi molto affaticati e desiderare di dormire continuamente, pur senza ristoro. Altri soffrono d'insonnia o di dolori cronici; le cefalee ed i disturbi gastro-intestinali sono pure comuni.
Siamo quindi di fronte ad una situazione che impone l'attivazione di una rete complessiva che riguardi le strutture sociali e la Scuola (attraverso la Commissione Salute e la nuova figura della Funzione strumentale per la salute) la quale intervenga con un approccio multidisciplinare, con un lavoro rigoroso, e con quella consapevolezza che oggi ancora non vediamo dappertutto.

Come riconoscere la depressione? Certo non è un compito facile. Come riuscire a distinguere la reale e seria depressione da uno stato d'animo semplicemente malinconico o triste? Il consiglio degli esperti è di saper capire innanzitutto i comportamenti anomali.
In particolare la prima avvisaglia di malessere arriva dal mutamento dei comportamenti abituali o normali, come rendimento scolastico improvvisamente crollato, chiusura in se stessi, allontanamento da amicizie e frequentazioni, disinteresse generale.
Un altro preoccupante sintomo della depressione è il perdurare di questi atteggiamenti anomali durante l'adolescenza e anche dopo. In alcuni casi, sarà  sufficiente solo una serie di colloqui di sostegno, in cui talvolta sarà  opportuno inserire la presenza della famiglia poiché, la psicoterapia, in particolare quella cognitivo-comportamentale, eseguita da professionisti esperti per questa fascia di età , può aiutare.

Per molti adolescenti avere una persona di supporto, in un periodo di difficoltà , con la quale parlare ed esprimere i propri pensieri ed i propri sentimenti può essere di grande aiuto, tanto che alcuni di loro stanno meglio al solo sapere di non essere “da soli” nella depressione.
Nei casi più complessi può essere necessario ricorrere alla terapia farmacologica. Gli ultimi dati indicano inoltre un forte aumento della depressione fra i giovani: in 7 ragazzi su 100 che hanno oggi fra i 18 e i 24 anni e hanno manifestato depressione, la malattia ha avuto esordio prima della maggiore età , mentre solo l’1% di chi attualmente ha più di 25 anni aveva fatto registrare un esordio prima dei 18 anni.
Malgrado ciò, sono ancora pochi i casi che vengono diagnosticati in modo corretto e ancora meno quelli trattati correttamente. Dall’esordio dell’ansia alla reale presa in carico del giovane sofferente passa molto, troppo tempo. La letteratura indica periodi oscillanti in media da 9 mesi a 5 anni, con un 30% di pazienti che non riceve cure adeguate e un 40% che non assume alcuna terapia.

Ignorare o delegittimare il vissuto di una persona con ansia e depressione non fa che aggravare la malattia. “La nostra è un'epoca che nega l'Incarnazione in una miriade di modi e le conseguenze di questa negazione sono chiare e inquietanti. In primo luogo, il rapporto dell'individuo con Dio viene considerato esclusivamente personale e privato, cosicché Dio viene rimosso dai processi che governano l'attività  politica, economica e sociale.
Ciò porta a una notevole diminuzione del senso delle possibilità  umane perché solo Cristo rivela pienamente le magnifiche possibilità  della vita umana, “svela anche pienamente l'uomo all'uomo (Gaudium et spes, n. 22). Quando si esclude o si nega Cristo, la nostra visione della finalità  umana si riduce e prevedendo e mirando a meno di questo, la speranza e la gioia lasciano il posto alla disperazione e alla depressione. Subentra inoltre una sfiducia profonda della ragione e della capacità  umana di cogliere la verità . Infatti si mette in dubbio il concetto stesso di verità .

Impoverendosi reciprocamente, la fede e la ragione si separano, degenerando rispettivamente nel fideismo e nel razionalismo (cfr Fides et ratio, n. 48). Non si apprezza e non si ama la vita e si fa strada una certa cultura della morte con i suoi amari frutti di aborto ed eutanasia. Non si apprezzano e non si amano correttamente il corpo e la sessualità  umani e ne deriva un'attività  sessuale degradante che si esprime con la confusione morale, con l'infedeltà  e con la violenza della pornografia. Non si ama e non si apprezza neanche il creato stesso ed ecco lo spettro dell'egoismo distruttivo nell'abuso e nello sfruttamento dell'ambiente”. (Giovanni Paolo II, Lettera ai Padri Domenicani , 28 giugno 2001).

Per focalizzare l’attenzione sulle malattie mentali l’OMS ha promulgato anche una giornata mondiale della Salute Mentale. L’obiettivo è di spingere i governi, gli operatori sanitari, la scuola e i cittadini a raccogliere la sfida rappresentata oggi dai disturbi mentali e neurologici contro ogni pregiudizio sulla malattia mentale. Tutti noi dobbiamo raccoglierla. E' una sfida difficile ma entusiasmante, che potrà  restituire a queste persone il sorriso, la voglia di vivere, e la speranza in un futuro migliore. E Vasco Rossi, con questa sua confessione pubblica, certamente aiuterà  non poche persone ad uscire dal tunnel della depressione.

Alberto Giannino

* Presidente Ass. culturale docenti cattolici (Adc)

[10 agosto 2011]

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