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Tifosi della Lazio in Polonia rischiano condanne severe.’Sono banditi’, dice il ministro

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«Banditi». Così Barlomiej Sinkiewicz, ministro degli Interni polacco, ha definito i 22 tifosi della Lazio, rinchiusi in carcere a Varsavia per gli scontri del 28 novembre prima del match contro il Legia.

«Banditi. La legge è uguale per tutti, per i polacchi e per gli stranieri…» ha ribadito il ministro con una fermezza che ha sorpreso e un po’ spiazzato il governo italiano.

I tifos laziali arrestati in Polonia possono contare sull’interessamento di Enrico Letta, presidente del Consiglio italiano, che si è preso a cuore la vicenda e si sta adoperando per risolverla. Volato in Polonia per discutere di Europa, di economia e di industria con il primo ministro Donald Tusk, ha tentato di sbloccare al più presto la situazione giudiziaria dei tifosi italiani.

Al premier polacco Letta ha chiesto «attenzione particolare» e la «massima accelerazione possibile» per risolvere il caso, ma l’impressione è che l’importanza primaria sia per il rispetto delle leggi polacche, sperando che non si voglia farlo diventare un caso su cui ‘dare l’esempio’.

Tusk lo è stato a sentire con estrema attenzione ed ha promesso che farà tutto quello che è in suo potere, nella consapevolezza che la polizia del suo Paese ha agito nel rispetto delle leggi.

Parte dei tifosi della Lazio arrestati in Polonia rischiano fino a sei mesi, secondo il reato di ‘adunata sediziosa’, che in Italia è stato abolito ma lì no, mentre per altri dieci le condanne possono essere più pesanti per maggiori responsabilità. Processati per direttissima, possono chiedere la conversione della custodia cautelare in cauzione, oppure scegliere la via del giudizio in appello.

Roberto Dal Maschio

[07/12/2013]

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