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Tagli del Comune di Venezia, la crisi se la prende anche con i più piccoli: chiusi materne e nidi

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maestra d'asilo coi bambini

L’affossamento dell’emendamento conosciuto ormai come ‘Salva Venezia’ porterà sconquassi nella città. L’intero sistema socioassistenziale pubblico verrà ridisegnato, sia per mancanza di fondi dello specifico servizio, sia per il taglio del personale ad esso dedicato.

I dirigenti dei vari settori del Comune di Venezia sono stati invitati dal direttore generale Marco Agostini e dalla dirigente del personale Maddalena Morino a formulare proposte di riorganizzazione che tengano conto delle sanzioni che colpiscono ai fianchi la macchina pubblica di Venezia.

Entra in vigore il divieto immediato di assumere supplenti, sostituti, e personale a tempo determinato. Congelato il fondo di produttività dei lavoratori, quell’insieme di servizi extra e premi per obiettivi da raggiungere che garantiscono ai 3mila dipendenti almeno 200 euro in più al mese.

Meno vigili per le strade, meno eventi per la città, meno spettacoli, meno servizi per prostituzione, dipendenze, immigrazione, cioè quelle assistenze che si svolgono tipicamente la sera e la notte, ma la paura più grande riguarda asili nido e materne. A rischio una decina di istituti che a settembre potrebbero non riaprire per mancanza di personale non riassunto a tempo determinato come di consueto per mancanza di fondi.

La chiusura delle scuole sarebbe un dramma sociale per residenti e famiglie per spostamenti, cambi di abitudini dei piccoli e affollamento delle scuole superstiti. Oggi nelle materne il rapporto è di un insegnante ogni 24 bambini e potrebbe passare a 28; negli asili la proporzione è un’educatrice ogni sei piccoli, si potrebbe arrivare a 8-9.

Sullo sfondo il malcontento di tutti i dipendenti comunali: vigili, operatori, tecnici, impiegati, che perderanno dai 200 ai 500 euro al mese in busta paga. Gran parte di loro identifica parzialmente nella rigidità di governo e Senato la causa del loro peggioramento, comprendendo negli loro strali i propri dirigenti locali, ai quali molti hanno cominciato a fornire scarsa collaborazione perchè ritenuti responsabili di una gestione che ha portato alla situazione attuale e di una mancanza di tutela nei loro confronti che causa, a cascata, su di loro la riparazione dei danni.

Paolo Pradolin

[22/02/2014]

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