Partiti con i pullman dalle loro città in settecento, erano sicuri di ottenere un incontro al ministero del Lavoro. Gli occupanti dei quindici pullman invece, una volta arrivati hanno capito che nessuno era disposto ad ascoltarli. Così sono scesi in centro a Roma ed hanno sfilato in corteo con striscioni di protesta, per poi assaltare la sede centrale del Pd in via Sant’Andrea delle Fratte.
La rabbia dei disoccupati napoletani ha fatto provocare scontri con i due poliziotti di guardia che facevano il loro lavoro: uno è stato preso a calci e pugni, l’altro spintonato contro l’auto di servizio. Poi una cinquantina di attivisti ed ex lavoratori del progetto Bros (Budget per il reinserimento occupazionale e sociale) hanno fatto irruzione nell’edificio, ed è scattato l’allarme in pieno centro, blindato dalla polizia.
Sono nati tafferugli all’interno dell’edificio, come i disoccupati stessi confermano: «Loro sono il governo, lo rappresentano. Dovevamo incontrarci con un sottosegretario in quota pd, ma siamo stati aggrediti da alcuni militanti del partito. E cinque donne, compresa un’anziana, sono rimaste ferite».
La polizia ha bloccato gli occupanti all’ingresso della sede, poi li ha portati in commissariato e alla Digos: in 46 sono stati denunciati per manifestazione non preavvisata, di questi 37 anche per resistenza a pubblico ufficiale e invasione di edificio.
E’il secondo blitz agli uffici Pd dopo l’assalto con lanci di bombe carta, sassi e bottiglie del 20 novembre, durante il corteo dei movimenti di lotta per la casa.
Paolo Pradolin
[04/12/2013]
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