Luca Ferrari, giornalista/fotoreporter
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Grinta. Colpi potenti. Accelerazioni di dritto e rovescio bimane. Aveva iniziato il torneo come numero 107 del mondo. Dopo il successo a Città del Messico ha scalato ben 39 posizioni, piazzandosi ora al n. 68 della classifica WTA. Numeri a parte, la non ancora 19enne tennista magiara Tàmea Babos si candida come il volto nuovo del tennis femminile 2012.
Il torneo della Babos è iniziato davanti alla beniamina di casa, Ximena Hermoso, superata facilmente 62 63. Agli ottavi di finale è tempo di esami. Sul campo l’attende la n. 48 del mondo, Sorana Cirstea, ventunenne rumena con già cinque anni di professionismo alle spalle incluso un quarto di finale conquistato al Roland Garros nel 2009. La Babos perde il primo set (64), ma a sorpresa ribalta il match chiudendo a suo favore per 64 62. Ai quarti è nuovamente rullo compressore, e a farne le spese questa volta è l’australiana Patricia Mayr-Achleitner, e così Tàmea approda per la seconda settimana consecutiva in una semifinale di un torneo WTA, dopo il Copa Sony Ericsson Colsanitas di Bogotà la settimana scorsa.
A sfidare l’outsider dell’Europa orientale, c’è la testa di serie n. 2 del torneo, l’italiana Sara Errani (n. 36), reduce dai quarti di finale raggiunti nella prima prova del Grande Slam, l’Australian Open. Sulla carta non ci dovrebbe essere storia. La realtà invece è un’altra. A dettare è il gioco è la più giovane e inesperta. Prime palle potenti. Ace soprattutto da destra verso sinistra (sia centrali che esterni). Accelerazioni di diritto e di rovescio. Incursioni a reti sempre vincenti. La Babos va sparata fino al 63 54 senza aver mai ceduto la battuta, e si appresta a servire per il match. L’italiana però mantiene sangue freddo, e nonostante la frustrazione di essersi già vista recuperare due volte, in altrettanti turni di battuta dell’avversaria, un vantaggio di 40-15, riesce nell’impresa e sale sul cinque pari. Tutto da rifare nel game successivo, con la Errani che concede il break ma lo riconquista subito dopo e si va al tie-break. Ha inizio una nuova partita. I diciotto anni di Tàmea si fanno sentire. Pur non avendo mai avuto match point, s’innervosisce. Sente la pressione. Sbaglia diritti su diritti e di fatto consegna il secondo set all’avversaria. Anche il terzo inizia male, ma è evidente che sul campo c’è una futura campionessa. Non si abbatte, recupera il break e chiude 64 nel set decisivo approdando alla sua prima finale in carriera, vinta l’indomani con un doppio 64 sulla ventiduenne rumena Alexandra Cadantu, anch’essa alla sua prima finale WTA.
Ha impressionato Tàmea Babos. Sembra già una veterana, e non solo nell’aspetto o nei colpi. Nella personalità . Difficile non immaginare un futuro radioso ai vertici del tennis mondiale per questa atleta. Adesso però viene il difficile. Dovrà riconfermarsi. La prossima volta che scenderà in campo ci saranno più telecamere a seguirla.
Restando sul cemento messicano, nel torneo di doppio ha trionfato la coppia italiana Errani/Vinci che ha così centrato il sesto successo in carriera dopo le vittorie spagnole nel 2o10 sulla terra di Marbella e Barcellona, il tris nel 2011 a Hobart (cemento, Australia), Pattaya (Thailandia) e Palermo (terra battuta, Italia), senza dimenticarsi della finale raggiunta quest’anno agli Australian Open. Nella finale del Whirlpool Abierto Monterrey, Sara Errani e Roberta Vinci hanno piegato la copia nippo-cinese Kimiko Date-Krumm/Shuai Zang col punteggio di 62 76. Il modo migliore per preparare la semifinale di Federation Cup che porterà le azzurre il prossimo 21-22 aprile a sfidare alla CEZ Arena di Ostrava le campionesse in carica guidate dalla n. 3 del mondo, Petra Kvitova.
Che il tennis sia meno considerato rispetto al ben poco educativo calcio, è cosa più che accertata. Che il tennis femminile sia meno considerato di quello maschile, nonostante il divario di risultati, è un mistero.
[27/02/2012]
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