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Sull'attacco alla nave pacifista

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[02/06] L’attacco alla flotta “pacifista” da parte della marina israeliana ha scioccato mezzo mondo. Ma i soldati di Gerusalemme non vanno condannati per aver sparato sui fans dei terroristi di Hamas, ma per colpevole dabbenaggine!
 
Pensare di bloccare una flotta carica di amici e sostenitori del terrorismo internazionale islamico senza intuire che i millantatori pacifisti potessero reagire, è stato invero ingenuo.

Se prima di mandare gli incursori, il governo di Netanyahu avesse chiamato la sua stessa intelligence, avrebbe scoperto che la miriade di associazioni “umanitarie” e “pacifiste” imbarcate sulle navi turche, a partire dalla ihh avevano legami antichi con esponenti della jihad internazionale, tra cui alcuni militanti transitati dalla moschea milanese di via Jenner ai campi di battaglia in Bosnia, Afganistan e Cecenia.

 

Ovvio quindi che i “pacifinti” avrebbero mosso le mani (e le spranghe) per linciare gli sprovveduti soldati israeliani.

In queste ore è saltato fuori che le organizzazioni umanitarie internazionali (tra cui le italiane Onlus Abspp e Comitato Gaza Vivrà ) si sarebbero ritrovate (anche se le stesse ong ne erano colpevolmente consapevoli) sotto la regia dell’ihh che, sempre a detta dei servizi segreti, dietro la copertura delle attività  umanitarie, aveva il fine di provocare gravi incidenti e di allargare il fossato tra la Turchia e Israele.

Le prove? Una tra tante: sul sito dell’Assemblea dei palestinesi in Italia, dal 28 maggio era apparso un comunicato che prevedeva il peggio e invitava a reagire in vista del blitz israeliano.
Eppure, nonostante le avvisaglie i “pacifisti” italiani kamikaze di casa nostra, hanno voluto partecipare alla battaglia predisposta anticipatamente a tavolino.

Tanto per fare un esempio sulla “buona fede” dei “pacifisti” italiani, Angela Lano, direttore del sito di controinformazione (leggasi anche anarchico), non si è fatta problemi a firmare un appello per “aiutare Gaza e Hamas legittimo rappresentante del popolo palestinese”.

L’opinione pubblica non deve farsi abbindolare dal folcloristico sventolio delle bandierine multicolore, ma rendersi conto che i pacifisti sono simili ai lupi travestiti da pecore citati dai vangeli. E i lupi, da quando il mondo è mondo, si trattano da lupi.

Gianni Toffali - Verona

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