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STRAGE SCUOLA ELEMENTARE AMERICANA | Killer di bambini a 20 anni, perchè ?

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Difficile da mettere a fuoco il quadro descrittivo di Adam Lanza, il ragazzo responsabile della strage di bambini alla scuola elementare americana. I racconti parlano di caratteristiche 'bipolari' che lo portavano ad andare molto bene a scuola, ad essere bravissimo in matematica, ad essere fenomenale in latino, ad essere brillante in tecnica. Al tempo stesso, però, lasciano trasparire la sensazione di una percezione di 'inadeguatezza' e la sua difficoltà  nei rapporti sociali. Adam Lanza aveva pochi amici, era timido, se qualcuno gli parlava abbassava lo sguardo, al massimo faceva due parole. Ma la sua mente era brillante: teneva le penne in un'apposita custodia nel taschino, non andava al liceo con lo zaino ma con una valigetta nera 24 ore. Cos'è scattato in quella mente introversa ma brillante in quella mattina di follia?I racconti dei ragazzi che l'hanno conosciuto mescolano presunte bizzarrie di Adam con comportamenti normali. Alle elementari frequenta gli scout, scambia pupazzetti e figurine dei Pokemon, si diverte con i videogame, però a volte improvvisamente commetteva qualcosa di anomalo, tanto che gli altri dicevano: «Quello è fuori». Gesti improvvisi e incoscienti che gli altri non avrebbero mai fatto, anzi, ai quali non sarebbe mai venuto in mente di fare. Bisogno di stupire e di attenzione per essere accettato sentendosi speciale?
Forse, tanto che in queste esibizioni irresponsabili non dimostrava di sentire il dolore, o almeno non lo dava a vedere. Gli altri bambini dovevano stare attenti, guardarsi dalle sue eccentriche performance.

La situazione sembra sia peggiorata quando i genitori si sono separati. Nel 2008 i genitori divorziano. Il padre, Peter, direttore di una società , e la moglie Nancy, ex insegnante, decidono di separarsi.
La separazione è consensuale ma l'evento è traumatico per i figli.
«I ragazzi erano “depressi” — ricorda una zia — e tenere a bada Adam era davvero difficile».
La situazione peggiora con la partenza di Ryan (il fratello maggiore) per il college. Così Adam resta solo con la madre a Newtown.
Le loro condizioni economiche sono molto buone: il padre passa loro un assegno di oltre 200 mila dollari, vivono in una bella casa di 4 camere da letto con 3 bagni, dal valore mezzo milione di dollari.

In maniera collaterale cresce la passione per le armi in quella casa.
Adam per fare la strage nella scuola usa 2 pistole, una Glock e una Sig Sauer, e un fucile di tipo militare, il Bushmaster. In auto aveva una quarta arma.
A casa sono stati trovati altri tre fucili, proprio vicino a dove è stata uccisa la madre Nancy.
Tutte le armi erano legalmente detenute e intestate a nome della donna.
Le armi erano una delle passioni della madre, le collezionava, le conosceva e talvolta portava i figli al poligono.
Ma era giusto tenere delle armi in casa assieme ad un figlio talvolta 'instabile'?

Adam non poteva toccare le armi senza il permesso della madre, e forse ne soffriva. Avere un'arma forse era uno 'status', avrebbe contribuito al suo essere 'speciale' per cercare di essere accettato, tanto che prova a rompere il tabù cercando di acquistare un fucile per conto suo. A questo serviva il documento rubato al fratello più grande che gli è stato trovato in tasca.

Nei giorni seguenti scatta la follia omicida. Forse un ulteriore rifiuto, forse una discussione. Forse la madre ha sbagliato a fidarsi del suo istinto credendo di poter gestire la situazione di un figlio così 'speciale' senza rivolgersi a terapie idonee, ed ora quello che resta è il dolore profondo della tragedia. Nelle famiglie delle vittime, nell'America tutta, nel mondo intero, e anche nei parenti di Adam, quell'Adam che non figura neanche nell'annuario della scuola, dove al posto della sua foto c'è la scritta: «Non vuole farsi ritrarre».

Mario Nascimbeni
[redazione@lavocedivenezia.it]

Riproduzione Vietata
[15/12/2012]


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