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Solitudine / Un'afflizione dei nostri tempi

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Sul frontone della chiesa di San Francesco del Deserto, nella omonima isoletta della Laguna veneta, si può leggere una frase latina presente spesso, all’esterno o all’interno di esse, anche in numerose altre chiese di eremi religiosi sparsi un po’ in tutto il mondo : "O beata solitudo, o sola beatitudo" (che, tradotta letteralmente, significa “Beata solitudine, unica beatitudine”).

Sicuramente condivisibile sotto il profilo strettamente religioso, quantomeno da tutti quei religiosi e credenti che, per conseguire la pace interiore e avvicinarsi a Dio, ritengono che non vi sia  strada migliore che quella di una vita solitaria di meditazione e contemplazione, dalla prospettiva laica delle scienze sociali, e a giudicare dal quadro dell’attuale società  da esse tracciato nelle loro analisi, tale sollecitazione alla solitudine appare invece tutt’altro che condivisibile e da prendersi senz’altro, per così dire, con le molle, se non da rigettare del tutto.

 

Fatta eccezione per una esigua  minoranza di monadi volontarie costituita prevalentemente da intellettuali, scrittori, artisti etc. per i quali la scelta di solitudine è pressoché d’obbligo, seppure temporaneamente, fintantoché essi non abbiano perseguito l’obiettivo di portare a termine le proprie opere, per il resto è noto  infatti che la solitudine sia, senza ombra di dubbio alcuno, una delle peggiori afflizioni della nostra epoca che tocca drammaticamente milioni di persone, minando spesso la loro salute sia nel fisico che nello spirito. E quindi, per quanto possibile, evitata e rifuggita.  Nonostante che la compagnia degli altri non sempre ci sia gradita e spesso si riveli oltremodo deludente, noiosa, fastidiosa, invadente o peggio. E che, come spesso accade, si può essere soli anche quando si sta tra la folla. Ma è tale evidentemente il bisogno di un contatto umano comecchessia un po’ in tutti noi che, pur di non isolarci o venire isolati, e poterci sentire in qualche modo schiacciati dalla solitudine, non esitiamo spesso a comportarci alla stregua degli struzzi, ben consapevoli, e per nulla pentiti, di farlo

ENZO PEDROCCO

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