La notizia è rimbalzata da ogni parte del mondo in queste ore, ma l'apprensione era alta già da mercoledì, quando è saltato il collegamento con l'Italia. Poi la conferma ufficiale: la Farnesina conferma che quattro giornalisti italiani sono stati sequestrati nel nord della Siria, erano entrati nel Paese cinque giorni fa dalla Turchia. Sono stati resi noti anche i nomi dei giornalisti rapiti: Amedeo Ricucci, inviato di La Storia siamo noi, il fotografo Elio Colavolpe, il documentarista Andrea Vignali e Susan Dabbous, italo-siriana che collabora anche con il quotidiano il Foglio. Il ministero degli Esteriitaliano ha attivato l'unità di crisi ed è già in contatto con i familiari. Un segnale da valutare attentamente è che i due siriani che accompagnavano la squadra sono già stati rilasciati e sono tornati dall'altra parte del confine.
I quattro giornalisti rapiti sarebbero stati fermati da una milizia salafita nel villaggio di Yaqubiya, a nord di Idlib, perché avrebbero ripreso con le videocamere una postazione militare.
La spiegazione degli attivisti locali in contatto con i ribelli è che i reporter sono stati trattenuti per verificare la loro identità e la loro professione.
Le province verso la frontiera turca sono per la maggior parte sotto il controllo dei ribelli che da oltre due anni combattono contro il regime di Bashar Assad. L'Esercito libero siriano deve contrastare anche l'influenza di gruppi jihadisti come Jabat al-Nusra che stanno cercando di spadroneggiare e dirigere la rivolta.
Mario Nascimbeni
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[06/04/2013]