Il Senato parte civile in un processo. Una cosa mai vista in assoluto.
Il Senato si costituirà come parte civile al processo per la compravendita dei senatori «aggregati» dal centrodestra ai tempi del governo Prodi.
La decisione trova contrari FI, Lega, Ncd, Gal, Scelta civica, Udc; favorevoli Pd, M5S, Sel, Autonomie.
Con un comunicato ufficiale, la presidenza del Senato ha voluto anche esternare le motivazioni di questa decisione, assunta in base a «un ineludibile dovere morale»: «Il presidente — recita la nota del portavoce di Grasso, Alessio Pasquini — ha ritenuto che l’identificazione, prima da parte del pubblico ministero poi del giudice, del Senato della Repubblica italiana quale “persona offesa” di fatti asseritamente avvenuti all’interno del Senato, e comunque relativi alla dignità dell’istituzione, ponga un ineludibile dovere morale di partecipazione all’accertamento della verità, in base alle regole processuali e seguendo il naturale andamento del dibattimento».
Il Senato parte civile è una decisione che non ha precedenti. Il processo è quello per la presunta compravendita di senatori in cui è imputato Silvio Berlusconi oltre all’ex parlamentare Sergio De Gregorio e al faccendiere Walter Lavitola.
Pietro Grasso ha ascoltato tutti ma poi ha deciso da solo: il Consiglio di presidenza di Palazzo Madama, infatti, solo poche ore prima aveva espresso un parere negativo (10 no e solo 8 sì) sull’opportunità di partecipare al giudizio contro il Cavaliere: «Ora mi ritiro in camera di consiglio», aveva scherzato il presidente al termine della seduta. Così, dopo due ore di riflessione, Grasso ha dato mandato all’Avvocatura dello Stato «di rappresentare il Senato della Repubblica quale parte civile nel processo sulla cosiddetta compravendita dei senatori che inizierà il prossimo 11 febbraio presso il tribunale di Napoli».
Paolo Pradolin
[06/02/2014]
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