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Scuole, gli esiti dei controlli fatti in Veneto

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Riprende la scuola, ma c'è lo sciopero

È una situazione «senza allarmismi e senza ansia» quella che il presidente della regione Veneto Luca Zaia descrive oggi, lunedì 28 settembre, facendo il punto sull’emergenza Covid. Il focus è sulle scuole, oltre al punto sui quasi due milioni di tamponi effettuati finora, cui si aggiungono i test rapidi: 1 milione e 390 mila. «Per la saliva molecolare è questione di un paio di settimane – dice Zaia – nel giro di un mese e mezzo saremo a regime anche con questi test, e anche per i neonati e i piccoli, con prelievo di saliva tramite tamponcini e un trauma molto meno profondo rispetto all’esperienza del tampone naso-faringeo». Il governatore aveva già avuto occasione di dire che la strada verso cui ci si dirige è quella che porta verso l’automonitoraggio.

Incidenza e tracciamento dei contatti
L’incidenza del contagio nelle scuole del Veneto è bassa: 0,02%, dice Zaia. «La situazione degli esiti dei controlli fatti dice che si riscontra meno di un caso su 90 contesti scolastici regionali: 85 bambini positivi su 707 mila e 824 studenti, in quarantena ci sono 970 ragazzi cioè lo 0.24 per cento e tra gli operatori, 95.786 in totale, in isolamento ce sono 120, cioè lo 0.13 per cento». Degno di nota è il fatto che dal contact tracing (tracciamento dei contatti) degli alunni emerga come il virus non abbia origini scolastiche. Arriva dal contesto sociale: l’ambito sportivo, la cerchia delle frequentazioni famigliari ecc. «In molti casi riusciamo a individuare i focolaietti da dove arriva il contagio», dice il presidente.

I tamponi nelle scuole
«Cosa abbiamo chiesto a livello nazionale? L’utilizzo del tampone rapido nello screening scolastico, che funziona al pari del molecolare (ne ho parlato più volte con il ministro della Salute Roberto Speranza). Occorre prevedere il tampone a tutta la classe del positivo, e se tutti sono negativi si resta a scuola (mentre oggi i compagni vengono mandati a casa tutti e restano isolati 14 giorni). Noi diciamo di andare, attraverso le Usca, nelle classi a fare il tampone rapido, ripetendolo dopo 7 giorni».

I pediatri
Poi una critica alla modalità che prevede tutti a casa in caso di positività acclarata di un alunno: «In certi casi si sono venuti a creare fino a 4 chilometri di coda di genitori che si recavano all’istituto a prendere i figli, come in provincia di Treviso. Torni ai pediatri la facoltà di decidere o meno se mandare i piccoli pazienti a fare il tampone – dice Zaia – altrimenti per ogni rinite o raffreddore sarà tampone, con intasamenti e perdite di tempo. I medici o gli specialisti di fiducia in genere conoscono il quadro clinico complessivo e il pregresso. L’istituto superiore della sanità ha previsto il tampone come indicazione, ma noi diciamo venga attribuita maggiore discrezionalità ai medici. Abbiamo chiesto per iscritto che sia modificato questo dato».

Vaccini antinfluenzali
A fronte del milione e 300 mila vaccini, «per cui siamo stati i primi in Italia ad aggiudicarci la gara», precisa Zaia, la copertura per le categorie a rischio è pari all’1,5% nella nostra Regione. C’è da dire che l’età degli anziani è stata abbassata da 65 a 60 anni e questo comporta un ampliamento degli utenti. Quindi, ha precisato l’assessore Manuela Lanzarin, «abbiamo chiesto una maggior disponibilità di dosi al ministero, in modo da arrivare al 2, 3%». Infine, tra i dati aggiornati della regione, Zaia ha comunicato la presenza di 183 contagi in più rispetto a domenica, 8611 persone in isolamento, erano 340 in più 24 ore fa, 2176 morti, i ricoverati sono 213, +9 rispetto a domenica: sono 155 i positivi e 58 i negativi, «stiamo interessando pneumologie e malattie infettive. In terapia intensiva 27, di cui 21 positivi e 6 negativi con altre patologie».

L’età
«Si sta abbassando l’eta dei contagiati e c’è un calo della percentuale di pazienti in terapia intensiva rispetto ai ricoverati totali, il rapporto è al 6%». Riguardo alla proroga dello stato di emergenza, per Zaia, «dal punto di vista sanitario in Veneto ora come ora direi di no: siamo ancora in una situazione sotto controllo». Mercoledì è prevista una conferenza delle Regioni durante la quale si toccherà questo argomento nazionale, visto che lo stato di emergenza termina il 15 ottobre.

Antonella Gasparini

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