Burqa si o burqa no? L’episodio avvenuto alcuni giorni fa a San Donà di Piave, quando per strada un 69enne aveva inveito contro una coppia di stranieri perché la donna portava il tipico vestito e copricapo islamico, ha sollevato un polverone. C’è chi lo vorrebbe vietato e chi no.
La diversità d’opinione si manifesta direttamente nell’ambito amministrativo. Il vicesindaco Oliviero Leo ha dichiarato: “Come amministrazione comunale abbiamo provveduto, dopo la protesta di un cittadino, a sensibilizzare la polizia locale. Vieteremo, ai sensi della legge, il mascheramento delle persone che prevede una sanzione di 20 euro. Se ci sarà una reiterazione della infrazione, vedremo allora se sarà possibile sconfinare nell’illecito penale. In ogni caso, considereremo mascheramento indossare un abito che copre l’intero visto.”
Contrario invece il sindaco, Andrea Ceraser: “I tentativi di altre amministrazioni locali di vietare l’utilizzo del burqa sono stati rigettati dalla Cassazione e dal Consiglio di Stato che hanno sentenziato si tratti di un abito tradizionale e religioso e per questo permesso. Inoltre non è questa una priorità ai fini di garantire la sicurezza dei cittadini.”
A sostenere il sindaco anche l’Assessore alle pari opportunità, Maria Grazia Murer: “Meno di due settimane fa oltre duemila persone hanno partecipato alla giornata contro la violenza sulle donne, dimostrando che la risposta dei cittadini di San Donà alla discriminazione è propositiva e non repressiva. I progetti di inclusione dell’amministrazione sono basati sul dialogo e sulla conoscenza delle altre culture, e non certo sugli slogan o sulle multe.”
Sta di fatto che, proprio secondo quanto stabilito dalla legge, “L’art. 5 della l. 22 maggio 1975, n. 152 punisce con l’arresto da uno a due anni e l’ammenda da 1.000 a 2.000 euro “l’uso di caschi protettivi o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo”, nonché “l’uso predetto in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino”.
Rimane da stabilire se anche il burqa possa rientrare nella categoria degli oggetti “atti a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo.”
Alice Bianco
[04/12/2013]
Riproduzione vietata