Una protesta che non si era ancora mai vista nel nostro Paese.
Lo sciopero della Polizia è una minaccia senza precedenti che rischia di mettere in ginocchio le istituzioni attuali.
Sarebbe infatti il primo caso in cui il più importante apparato dello Stato si mette contro lo Stato stesso, ma la decisione presa da sindacati e rappresentanze delle Forze Armate di scioperare contro il blocco degli stipendi annunciato dal ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia non consiste certo in sterili parole.
Negli anni il livello di malessere all’interno di quelle strutture chiamate a garantire la sicurezza dei cittadini è cresciuto gradualmente ed ora pare che la bolla stia per scoppiare. Minaccia di: «dimissioni di tutti i capi dei vari corpi e dipartimenti, civili e militari, e dei relativi ministri poiché non sono stati capaci di rappresentare i sacrifici, la specificità, la professionalità e l’abnegazione del proprio personale» dicono le rappresentanze.
Il comunicato fatto uscire ieri pomeriggio a firma dei sindacati della polizia, polizia penitenziaria, del corpo forestale, dai vigili del fuoco e dai Cocer di Esercito, Marina, Aeronautica, carabinieri e Guardia di Finanza usa toni molto gravi preannunciando lo scontro: «Quando abbiamo scelto di servire il Paese, per garantire difesa, sicurezza e soccorso pubblico — denunciano le rappresentanze di base — eravamo consci di aver intrapreso una missione votata alla totale dedizione alla patria e ai suoi cittadini con condizioni difficili per mancanza di mezzi e di risorse. Quello che certamente non credevamo è che chi è stato onorato dal popolo italiano a rappresentare le istituzioni democratiche ai massimi livelli, non avesse nemmeno la riconoscenza per coloro che, per poco più di 1.300 euro al mese, sono pronti a sacrificare la propria vita per il Paese».
I sindacati ricordano “… le esposizioni al rischio, sinora accettate nell’interesse supremo del servizio, nonché le scorte e i privilegi che la casta continua a preservare e che, nonostante i roboanti annunci sinora fatti dal governo, a oggi non sono stati né eliminati né ridotti preferendo, per far quadrare i conti, penalizzare gli unici soliti noti contribuenti del nostro Paese, i dipendenti pubblici e i pensionati».
Paolo Pradolin
05/09/2014
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Un ringraziamento particolare va a tutti gli uomini e donne che ogni giorno svolgono il proprio lavoro in modo eccezionale. Purtroppo la nostra classe politica nn é in grado di difendere l’operato delle forze di polizia e forze armate, ma peró i loro privilegi nessuno li tocca, allora mi viene da dire, ma se loro nn riescono a risolvere i problemi che ci sn in Italia nn devono percepire tt quei stipendi cs alti,ma incominciamo a pagarli in base all’operato svolto,faccio vedere come in giro di qualche mese i problemi del paese spariscono. Per chiudere nn dimentichiamo la fine che hanno fatto i maró. Per questo ringraziamo i vertici (VERGOGNA) Deluso di essere italiano….
Sono pienamente daccordo con loro perchè anch’io sono un dipendente pubblico e capisco la loro rabbia.
Però, questi difensori dello Stato (cioè quello stato fatto dai signorotti politici privilegiati), quando a scioperare sono i poveri operai, a volte, non li pestano con manganellate????
Un grazie sentito alle forze dell’ordine
e che si rendono partecipi dei disagi che i cittadini affrontano quotidianamente… grazie ancora.
Voi siete “popolo” come noi lo siamo.
Sorprendersi? Perchè mai se i difensori della legalità sono declassati in nome di una retorica della fedeltà smentita dai trattamenti di privilegio? Chi comanda (i politici) non deve forse dare l’esempio?
Un conto sono i dipendenti burocratici ed un altro educatori e forze dell’ordine. Lo Stato rimedi!