COSTA CONCORDIA | Ieri seconda udienza dell'incidente probatorio sulla scatola nera della nave da crociera Costa Concordia affondata. Nel processo a Schettino e agli altri accusati per il naufragio del Giglio del gennaio scorso, la posizione del comandante si sarebbe ulteriormente aggravata. Uno dei periti, su precisa domanda del pubblico ministero, ha confermato che la manovra tentata dall'ex comandante per tentare di salvare la nave Concordia dal naufragio fu «assolutamente fortuita», perché la nave era ormai fuori controllo.Ha lasciato sconcerto sui volti dei presenti l'ascolto di una registrazione tra il comandante Schettino e la Capitaneria di Porto di Livorno di un dialogo avvenuto 47 minuti dopo la collisione: «Stiamo imbarcando acqua, tanto è calma piatta», dice Schettino, volendo probabilmente sminuire il pericolo.
Il comandante poi aggiunge: «E poi ci pensi Dio, non abbiamo problemi, dobbiamo solo mettere i passeggeri a mare, se ci mandate dei mezzi per cortesia».
Anche il procuratore capo Francesco Verusio ha detto che l'avvicinamento al porto del Giglio con la nave priva di manovrabilità è stato frutto di correnti favorevoli e non certo all'abilità di Schettino.
L'udienza è cominciata da un esame accurato dei periti del gip sulla falla causata dallo strisciamento contro gli scogli: uno squarcio di decine di metri sul lato sinistro della nave ricostruito in 3D per l'incidente probatorio.
Mario Nascimbeni
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[17/10/2012]
titolo: SCHETTINO A PROCESSO | 'Ci pensi Dio, dobbiamo solo mettere i passeggeri a mare'
foto: FRANCESCO SCHETTINO (REPERTORIO)