Il prosindaco di Mestre, e assessore all’Ambiente del Comune di Venezia, con la consueta capacità di approfondimento pulito e libero da pregiudizi, interviene oggi per commentare i fatti legati allo scandalo del Mose. Come rileva l’assessore, i danni saranno doppi, perchè oltre ad aver passivamente accettato e conclamato un’opera senza analisi approfondite, vincolerà le risorse della città per decenni con costi altissimi.
Chi per lunghi anni – e non svegliandosi ora, come tanti che hanno taciuto e addirittura certi complici che oggi straparlano e gridano allo scandalo – chi ha sempre denunciato il sistema di potere cresciuto intorno al “Mose”, la rete di interessi, legami, connivenze, la sua forza di condizionamento, chi per questa opposizione limpida e radicale ha pagato in intimidazioni, querele, attacchi anche personali, non può che dire “finalmente!” di fronte all’indagine della magistratura e alle sue prime risultanze.
Dopo anni di impunità, tuttavia, i danni, il guasto che rimane è enorme. Un’opera cruciale, dal costo smisurato, è stata concepita e ormai quasi ultimata senza gara nè comparazione con possibili alternative, senza valutazione di impatto ambientale (anzi, la sola, subito cassata, era drasticamente negativa), senza controlli neanche minimi (anzi, con i controllati a libro paga del controllato): un gigantesco meccanismo che verrà testato sul corpo vivo di Venezia e della sua laguna e i cui costi perenni di manutenzione peseranno per cifre smodate ogni anno.
Oltre a ciò, come la magistratura ha mostrato, intorno al Mose si è sviluppato quel tipo particolare di sistema di potere economico, finanziario e politico, che ha tuttora al suo servizio una corte di funzionari, tecnici e accademici, una potente presenza mediatica e una rete di relazioni fittissima, costosamente coltivata e che oggi è all’opera per far si che, passata la buriana, mutando qualche nome e forma superficiale, nella sostanza tutto resti come prima.
Occorre evitarlo, come dice giustamente il premier Renzi, non con frasi a effetto o “provvedimenti spot” bensì con adeguati provvedimenti eccezionali ( nel nostro caso, ad esempio: scioglimento del Consorzio Venezia Nuova, commissione parlamentare di indagine sulle sue attività, riforma del Magistrato alle Acque e della Legge speciale per Venezia, costituzione di parte civile delle istituzioni, a cominciare dal Comune, nei procedimenti in corso) e con una radicale svolta politica in città e nel paese.
Gianfranco Bettin
Assessore all’Ambiente
[07/06/2014]
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