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Scambio di embrioni su 2 delle cinque coppie trattate quel giorno, ora indaga anche la Procura

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Un «errore umano», facilitato dalla somiglianza di due cognomi e da procedure di controllo decisamente perfettibili.
Questo è quello che è successo all’ospedale romano «Sandro Pertini», nella vicenda dello scambio degli embrioni. Lo conferma il ministro della Salute Beatrice Lorenzin: «Gli esami sul Dna provano che in effetti lo scambio c’è stato e ha coinvolto solo due delle 5 coppie che a inizio dicembre si sono sottoposte all’inseminazione artificiale. È stato causato da un errore umano e dalla insufficiente qualità delle procedure di sicurezza e tracciabilità».

E ora che una donna è incinta di due gemelli non suoi, figli biologici della seconda coppia? Si è intanto appreso che la seconda coppia non ha presentato l’esposto che ha dato avvio alla vicenda giudiziaria.
Sulla vicenda del Pertini anche la Procura ha aperto un’indagine, per ora senza ipotesi di reato e senza indagati, e acquisirà i risultati delle analisi del Dna, perchè la vicenda non è certo terminata con la spiegazione di come è avvenuto l’errore.

Intanto, dicevamo, chiarita nei suoi minimi aspetti la dinamica dell’errore: il 6 dicembre le cinque donne vanno in ospedale per il trasferimento degli embrioni. Le prime due, in orario rispettivamente alle 10.30 e 10.45, hanno cognome simile: 5 lettere su 7 uguali. La prima signora è sdraiata sul lettino, per il piccolo intervento. Un biologo porta dal contiguo laboratorio la piastra degli embrioni contrassegnata da quello che pensa sia il cognome della paziente e che invece si rivelerà il frutto di un’errata lettura. Alle 10.45 è il turno della seconda donna che a sua volta riceverà gli embrioni prelevati dalla piastra della prima paziente (che invece non attecchiranno). Lo scambio è avvenuto.

Un mese dopo la prima donna scopre di essere incinta, ma a causa di un esame in un centro pubblico, (l’ospedale Sant’Anna, per l’esame dei villi coriali) le viene detto dai biologi che il feto mostra un’incompatibilità genetica con i genitori, confermata anche dal confronto con i singoli Dna, sull’uomo e sulla donna. La coppia si rivolge ad un avvocato.

Il centro del Pertini sospende l’attività del centro di procreazione.

Redazione

[18/04/2014]

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