«L’ospedale del futuro è quello senza letti, se non per gli acuti […] In generale, il Veneto ha una degenza media di 7 giorni, contro i 30 di altre regioni». Queste sono le parole di Luca Zaia dopo che finalmente si è potuto iniziare a dare il via alla riorganizzazione delle rete ospedaliera veneta.
Il Veneto, secondo le parole del Presidente Zaia, si prepara a specializzarsi. Non dovremo più solo affidarci al medico di base che sa fare un po’ di tutto, ma potremo rivolgerci a «poli specializzati e tra loro in rete, più aggressivi nel contrasto alle malattie».
Ogni centro sarà incaricato di occuparsi di una certa malattia, fornendo al malato il meglio che può ottenere in termini clinici, esperienza e attrezzature. Un’ esempio fatto da Zaia riguarda le donne malate di cancro al seno: «E’ impensabile che una donna, già afflitta da una malattia così seria, debba anche cercarsi da sola l’oncologo, il chirurgo, lo psicologo. E’ giusto accompagnarla nel percorso, concentrandolo in un’unica sede. E’ un gesto di grande civiltà, che sto pensando di allargare all’uomo, con le Unità per la prostata».
E’ ovvio che non servono solo dottori esperti e cliniche per curare le malattie. Il tutto deve, infatti, essere coadiuvato da attrezzature all’avanguardia. Zaia, assicura, che ogni anno la regione spende 70 milioni per permettere ai malati di essere sottoposti ai macchinari più nuovi ed innovativi.
La riduzione del 21 Usl, invece, non è per ora una priorità mentre le aperture notturne delle cliniche permetterà di migliorare ancora di più il problema delle interminabili liste d’attesa.
Sara Prian
[30/09/2013]
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