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“San Vidal artisti ieri e oggi” al Centro d’Arte San Vidal di Venezia. Di Giorgio Pilla (III)

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JACOBI STEFANO dopo le ultime serie di paesaggi lagunari, in cui si dimostra maestro, il pittore ci mostra qui una inedita capacità disegnativa presentando alcuni nudini muliebri di ottima fattura, in cui la donna viene rappresentata con la dolcezza propria di chi sa cogliere il giusto melos femminile. Corretto il segno grafico ed i sospesi tocchi cromatici.

MANZO MARCO ci propone quelle visioni di cieli in cui ogni pensiero sfuma nell’onirico, ove la pittura si ingentilisce al punto da “scomparire” per farsi soffio trascendente. E’ l’incanto del sogno che si concretizza davanti ai nostri occhi dunque, tuttavia nulla di materialistico sgorga dal pennello del pittore, ma gocce di preghiere rivolte a Chi tutto può.

MANZO SERGIO (1936/2010) il bravo pittore veneziano, recentemente scomparso, ha lasciato tracce di sè grazie alla sua opera pittorica intrisa di amore per la sua Città e per gli esseri umani meno fortunati. Lo testimoniano le due tele presenti ove appaiono: un romantico scorcio veneziano ammantato di neve e la figura triste di un vecchio bevitore.

PEZZIMENTI PAOLO ancora una volta il bravo artista veneziano ci delizia con la visione di una Venezia colta in “decima”, ma talmente vera da impressionare e farci penetrare nei gangli più intimi della Città. E’ una tecnica a bassorilievo che evidenzia con stupore ogni dettaglio della declinazione e affascina lo spettatore per la precisione.

SAKHARZEVA OXANA questa eclettica pittrice svaria dallo scorcio veneziano di un canale interno ricco di pathos, alla visione paesaggistica declinata con tecnica materica e piena di luce, fino a giungere alla perfezione di un ritratto virile ove segno e colore confluiscono in una ricerca introspettiva colma di suspence esistenziale.

SANDRI ADRIANA la sua pittura appare quale misterioso sentiero che ci conduce attraverso le “ magie” di una natura incontaminata e felice. Qui le declinazioni si pongono quali singoli puzzle destinati a comporsi nel più vasto “ritratto” di un creato scoperto nei ciclici passaggi stagionali. Un figurativismo evocativo ricco di luce e di colore.

SAU’ la piccola tela intitolata “ Bagnanti “ ci porta con il pensiero in bilico tra lo straordinario espressionismo proto rinascimentale del Masaccio e le analogie cezanniane ricche di premonizioni informali. Non manca il piccolo mosaico dalle tradizionali vivide composizioni vitree. Insomma siamo di fronte ad un Maestro la cui ricchezza artistica affascina.

SENO PAOLO rimaniamo affascinati dalla ricchezza evolutiva della pittura di questo giovin artista veneziano che alterna il pennello alla macchina fotografica. Nelle opere qui presenti si legge un trasalimento emozionale al cospetto della laguna veneziana tradotto in ampie e luminose spalmature di soffici cromatismi vestiti di luce incorporea.

VETTORE CRISTIANO un altro giovanissimo artista che sa cogliere dell’Arte incisoria gli aspetti più poetici e visionari. Le sue acqueforti e acquetinte delineano con una sapienza antica terre montagnose che suggeriscono un sentimento dell’infinito con una fantasia che travalica il segno imprimendo al declinato la forza primaria della natura.

VENUDA LUCIANO (1947/2011) non si è spento il ricordo dell’amico pittore che ci ha tramandato la sua vis poetica quale eredità artistica e umana. Le sue “Venezia” raccolgono in sè il profumo di una Città “impossibile” così ricca di stupefacenti trasparenze da porla senza condizionamenti nell’ambito dei sogni incorruttibli. Ciao Luciano.

VIANELLO ANTONIO è, la sua, un’arte fotografica che denota una certa comunanza con la pittura, forse per la vicinanza con tanti amici, fatto sta che non possiamo ignorare in questi scatti una vis poetica vicina al trasalimento impressionistico. Quell’albero che “appare” tra i fumi della nebbia, quanto la visione di case nella quiete serotina ci emozionano.

ZAUNER CAMELIA la purezza dell’arte astratta si focalizza in queste tele ove ogni sentimento trova rifugio e realizzazione. Qui qualsiasi realtà viene trasformata in una idea di romanticismo, la conferma che la pittura sa farsi pura apparizione, chiarore spirituale che fomenta stati d’animo capaci di emozionare il fruitore con la sola luce.

ZAVA FANNY usa qui la pittura per raccontare di un amico scomparso, con gentilezza e proprietà artistica. In altre tele mostra i “suoi “ sogni in momenti drammatici della sua vita ma, sempre, è la dolcezza del segno e le purezze cromatiche spalmate sullo spazio che intervengono come una firma distintiva di una artista che si veste comunque di soavità formali.

Giorgio Pilla

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